(ANSA) - TOKYO, 14 OTT - Il premier giapponese Shigeru Ishiba
ha smentito le accuse secondo cui avrebbe fatto marcia indietro,
astenendosi di recente dal discutere la creazione di una Nato
asiatica, assieme ad una possibile revisione del trattato di
mutua cooperazione con gli Stati Uniti, da quando è entrato in
carica a inizio mese.
In un'intervista rilasciata all'agenzia Kyodo, Ishiba ha
proposto di rivedere l'accordo bilaterale sullo status delle
forze armate tra i due Paesi alleati, spesso fonte di attriti a
causa dei diritti extraterritoriali concessi ai militari
statunitensi in Giappone.
Il premier ha anche specificato che le considerazioni
iniziali sulla "condivisione del nucleare" con gli Stati Uniti,
non dovrebbero essere equiparate a dei colloqui per ottenere il
diritto di detenere o gestire armamenti atomici in Giappone, un
Paese che si è impegnato a non possedere, produrre o permettere
l'introduzione di armi nucleari.
Nelle ultime settimane il tema è stato al centro di numerosi
dibattiti in vista delle prossime elezioni generali del 27
ottobre. Il giornale conservatore Yomiuri Shimbun ha fatto
notare come qualsiasi polemica in questa direzione sarebbe
controproducente per il neo-eletto premier perché urterebbe la
visione più tradizionalista del partito che guarda a Washington
come l'unica reale frontiera all'espansionismo della Cina.
Di diverso parere il giornale liberale Asahi Shimbun, che in
un editoriale domenicale ha messo l'accento sulla necessità del
dialogo con il Paese vicino, evidenziando come la diplomazia tra
i leader di Cina e Giappone è stata sospesa dalla visita di
Shinzo Abe a Pechino nell'ottobre 2018, mentre solo l'anno
scorso più di 100 parlamentari di Tokyo hanno visitato Taiwan.
Secondo l'Asahi, il partito conservatore non dovrebbe
concentrarsi unicamente sull'alleanza - legittima e necessaria -
con Washington, e sul rafforzamento delle capacità di difesa
come chiesto dai partner americani, ma guardare avanti e avviare
una diplomazia con la Cina basata sul dialogo, per evitare uno
scontro. Un percorso - conclude il quotidiano, reso ancora più
tortuoso dalla ostinazione degli Stati Uniti a difendere Israele
nella offensiva a Gaza e in Libano, che li ha "lasciati isolati
nella comunità internazionale", senza l'autorità di persuadere
Cina e Russia sullo "Stato di diritto". (ANSA).
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