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L'ira di Israele: 'Dura risposta ai droni di Hezbollah'. 'Ucciso il capo di Hamas che pianificò gli attacchi in parapendio il 7 ottobre'

Alta tensione sull'Unifil, ordigni vicino alla base degli italiani

Redazione Ansa

   Israele si scopre vulnerabile, i droni nemici potrebbero causare decine se non centinaia di vittime civili. Come ha dimostrato l'attacco di domenica sera alla base militare di Binyamina, dove un velivolo senza pilota di Hezbollah ha sfondando il tetto della mensa all'ora di cena uccidendo quattro reclute 19enni. Decine di altri soldati sono rimasti feriti.

Poco dopo il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha parlato al telefono con l'omologo Usa Lloyd Austin per sottolineare "la gravità dell'attacco e la forte risposta che sarà data a Hezbollah".

Benyamin Netanyahu ha visitato la base attaccata annunciando che Israele continuerà a colpire Hezbollah "senza pietà", anche a Beirut, ha assicurato dopo che i media avevano riferito che il premier aveva ordinato all'Idf di astenersi dal colpire la capitale libanese su richiesta di Washington. E al suo ritorno ha convocato un incontro ristretto sulla prossima mossa da affidare all'esercito dopo il 'catastrofico' - come viene definito nel Paese - colpo messo a segno dai miliziani sciiti.

Video Netanyahu: 'Continueremo a colpire Hezbollah ovunque, anche a Beirut'



    Intanto resta altissima la tensione nelle basi Unifil del Libano meridionale dopo il ferimento di cinque caschi blu. In mattinata una serie di ordigni esplosivi incendiari lungo la strada che conduce alla base operativa avanzata UNP 1-32A è stata individuata da una pattuglia del contingente italiano. Gli artificieri hanno messo in sicurezza l'area ma uno degli ordigni si è innescato provocando un incendio, fortunatamente senza danni per i militari. Sulla questione del contingente Onu è intervenuto il ministro dell'Energia Eli Cohen accusando le forze di peacekeeping di essere "inutili", di non aver "garantito l'applicazione delle risoluzioni Onu e fatto da scudo a Hezbollah". Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha parlato da Berlino, ribadendo che i soldati italiani (oltre mille) non lasceranno le loro postazioni e che se l'obiettivo è quello di disarmare Hezbollah, "le attuali regole di ingaggio dell'Unifil non vanno bene. Sono le Nazioni Unite che devono scegliere".

    Poi, insieme con gli omologhi di Francia, Germania e Regno Unito, ha firmato una nota per esprimere "profonda preoccupazione per i recenti attacchi dell'Idf alle basi Unifil", chiedendo che cessino immediatamente.

    In allerta massima per il timore di aggressioni è anche l'Idf: nel pomeriggio ha fatto sapere che in questo momento la priorità è eliminare l'unità 127 di Hezbollah, responsabile della gestione dei velivoli senza pilota, uccidendo ogni singolo membro. Non solo, alla luce del colpo alla base militare, l'Iaf ha deciso di ampliare le aree di allerta. Gli ufficiali inoltre hanno individuato un nuovo protocollo: gli addetti ai radar dovranno presupporre che un drone stia ancora volando anche se scompare dagli schermi e indicheranno che si è schiantato solo quando saranno trovate le prove a terra. Da quando è iniziata la guerra, è la prima volta che l'Idf prende una decisione del genere, ammettendo sostanzialmente che il sistema di difesa aerea ha un pericoloso buco. Come dimostrano almeno altri due casi: a luglio un mini aereo lanciato dagli Houthi ha percorso 1.800 chilometri dallo Yemen prima di esplodere vicino all'ambasciata Usa a Tel Aviv uccidendo un uomo. Poi, l'11 ottobre, era Yom Kippur, un altro drone, proveniente dal Libano, si è schiantato contro una casa di riposo a Herzliya. Elicotteri e caccia hanno volato a bassissima quota sulla città inseguendolo nel tentativo di abbatterlo, come ha visto l'ANSA sul posto, ma senza successo.

    Il portavoce dell'Idf nella notte di lunedì, parlando vicino alla base di Binyamina, ha confermato che Israele "deve migliorare la difesa". Il nervosismo delle forze di difesa si è sentito nel tardo pomeriggio, quando tre razzi in volo dal Libano verso il centro di Israele hanno fatto suonare l'allarme a Tel Aviv e in altre 180 località per precauzione: dalla zona di Cesarea all'area di Rishon Lezion milioni di persone sono corse nei rifugi. Sul fronte libanese, le truppe israeliane continuano a espandere la manovra di terra, ma anche i raid aerei hanno mirato a zone del Paese finora rimaste fuori dalle mappe del conflitto: 21 persone sono state uccise in un villaggio nel nord, Aitou, a maggioranza cristiana. A Nabatiye, 60 chilometri a sud di Beirut, l'Iaf ha bombardato l'area dove si nascondeva un gruppo di miliziani uccidendo un comandante della forza d'élite Radwan.

   Al confine con Israele è stata scoperta una delle basi dei miliziani, imbottita di missili e mezzi, pronta per essere usata per "invadere la Galilea", ha detto il portavoce dell'esercito in video da dentro il comando sottoterra. Su tutto incombe la risposta che lo Stato ebraico sta preparando contro l'Iran per gli attacchi missilistici del primo ottobre: "Ci sarà", ha confermato il ministro degli Esteri Israel Katz al telefono con l'omologo cinese Wang Yi, chiedendo a Pechino di esprimere "una posizione equilibrata e giusta in relazione alla guerra imposta a Israele". 

In serata l'Idf e lo Shin Bet hanno annunciato in una nota congiunta che il capo dell'aviazione di Hamas è stato ucciso in un attacco aereo di settembre: Samer Abu-Daqa era tra i terroristi che hanno pianificato l'infiltrazione in Israele il 7 ottobre con parapendii e droni, afferma la dichiarazione precisando - secondo quanto riporta Times of Israel - che è stato ucciso a settembre. Abu-Daqa era a capo dello schieramento aereo dall'ottobre 2023, quando il suo predecessore è stato eliminato. Israele lo definisce "una fonte fondamentale di conoscenza", che ha avuto un ruolo centrale nella creazione delle unità di droni e parapendii di Hamas.

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