Mentre il fronte nord della guerra di Israele contro Hezbollah catalizza l'attenzione della comunità internazionale, a Gaza i raid aerei continuano senza sosta. L'aeronautica israeliana ha lanciato alle prime ore di lunedì "un attacco mirato" sull'ospedale dei Martiri di Al Aqsa a Deir al Balah, nel centro della Striscia.
Secondo la Difesa civile palestinese, invece, si è trattato di un nuovo raid "contro gli sfollati", il settimo di questo tipo sullo stesso ospedale che funge ormai da campo profughi. Almeno 4 persone sono morte, e una cinquantina ferite, tra le fiamme: l'attacco, hanno spiegato i medici, ha appiccato un incendio tra le tende dell'accampamento nel cortile della struttura. L'Idf ha parlato di "esplosioni secondarie" e ha annunciato un'inchiesta sull'accaduto.
Quando i jet israeliani hanno sganciato i loro ordigni, l'ospedale era già alle prese con un gran numero di feriti di un altro attacco, avvenuto la sera prima, su una scuola poco distante, a Nuseirat, anche questa trasformata in un rifugio per sfollati: "Almeno 18 persone sono morte, tra cui donne e bambini, e una cinquantina sono rimaste ferite", hanno riferito fonti mediche. Ancora fonti locali hanno poi riferito di un nuovo raid, stavolta sul campo profughi di Jabaliya, denunciando altri 10 morti e circa 30 feriti. Da giorni l'Idf martella la località nel nord della Striscia, dopo che l'intelligence aveva segnalato che Hamas stava tentato di raggrupparsi nel campo profughi per ricostituire le sue forze. Medici senza frontiere ha annunciato oggi la morte di un membro del suo staff che era rimasto ferito in un attacco su Jabaliya l'8 ottobre scorso. "È morto il 10 ottobre all'ospedale Kamal Adwan. Nasser Hamdi Abdelatif Al Shalfouh aveva 31 anni e aveva lavorato come autista per Msf fino dall'inizio del conflitto", afferma l'ong dicendosi "inorridita".
L'esercito israeliano ha ordinato alla popolazione di evacuare da Jabaliya. E ha pubblicato un audio in cui un civile palestinese racconta che le persone non se ne vanno perché Hamas le minaccia. "Quando seguiamo le istruzioni dell'esercito e cerchiamo si spostarci vero al Mawasi (la zona umanitaria nel sud della Striscia, ndr), ci sono persone che ci picchiano con i bastoni dicendo: 'Tornate indietro', tornate indietro'", dice l'uomo alle truppe dell'unità 504, secondo quanto pubblicato dall'Idf. Alla domanda su chi li colpisce, l'uomo di nome Hazati risponde: "Hamas. Continuano a picchiarci e a riportarci indietro".
Secondo un'indagine del New York Times, tuttavia, anche i soldati di Israele hanno usato i civili di Gaza come scudi umani o esche, mandandoli nei tunnel di Hamas a sventare eventuali trappole o imboscate.
Nonostante i continui raid, ha intanto preso il via il secondo ciclo della campagna di vaccinazioni antipolio nella Striscia, dove l'emergenza umanitaria si fa sempre più catastrofica. "Chiediamo il rispetto delle pause umanitarie specifiche per ogni area - è l'appello dell'Unicef -. Non possiamo permetterci ritardi".