Ad inchiodare il presidente della Regione di Valencia Carlos Mazón, del Partito popolare, alle sue gravi responsabilità non è solo il video in cui martedì pomeriggio, il giorno della catastrofe, si diceva convinto che la pioggia sarebbe calata di lì a poco. Ma anche le sue scelte amministrative.
Come scrive El Pais, malgrado fosse già scoppiato il più grande disastro naturale avvenuto in Spagna negli ultimi decenni, con oltre 200 morti certificati al momento e chissà quanti dispersi, la Regione non ha dichiarato 'l'emergenza catastrofica', il livello di mobilitazione più alto previsto dalla legge locale.
La principale conseguenza che avrebbe avuto questa dichiarazione, secondo le norme regionali, è che il presidente, cioè Mazon, avrebbe "assunto il comando e la direzione esclusiva di tutte le attività di emergenza" e tutta la struttura organizzativa del piano di emergenza sarebbe passata direttamente nelle sue mani. Cioè, il presidente Carlos Mazón sarebbe diventato non solo politicamente ma anche giuridicamente responsabile dell'intera operazione di lotta alla Dana e alle sue conseguenze.
Non essendo stato attivato tale provvedimento, il comando unico al momento continua ad essere detenuto dall'assessore regionale responsabile della protezione civile e della gestione dell'emergenza, Salomé Pradas. Sotto di lei, il massimo responsabile è il direttore dell'Agenzia Valenciana per la sicurezza e la risposta alle emergenze, Emilio Argüeso, che ha ammesso di essere entrato nel posto di comando avanzato solo il giorno dopo l'alluvione. In pratica, la direzione tecnica del Cecopi, il Centro integrato di coordinamento operativo, il cervello delle operazioni di emergenza e di aiuto alle popolazioni, è stata esercitata nelle ore cruciali da José Miguel Basset, l'ispettore capo del Vigili del Fuoco di Valencia.