Mondo

Il governatore di Valencia riconosce i suoi errori, ma non si dimette

Mazon da la colpa alle agenzie del governo centrale. I socialisti chiedono che sia sostituito da un governo tecnico

Carlos Mazon durante la sua audizione all'Assemblea valenziana

Redazione Ansa

  Carlos Mazon, governatore della regione di Valencia, flagellata dall'alluvione Dana, ha ammesso di aver compiuto "errori" nella gestione dell'emergenza e si è scusato. "Non eluderò le mie responsabilità", ha detto anche se non ha annunciato dimissioni. 

    "Il popolo valenciano ha diritto di sapere perché i protocolli di emergenza non sono stati sufficienti per ridurre le conseguenze letali della peggiore inondazione registrata in Spagna e una delle peggiori catastrofi naturali in Europa" e  per questo "il gruppo parlamentare del partito Popolare proporrà una commissione d'inchiesta" nell'assemblea regionale "per sapere cosa è accaduto", ha detto Mazòn, del Partito Popolare, durante una audizione alle Corts regionali per spiegare i ritardi nell'allerta del rischio estremo di inondazioni, data dal governo regionale alla popolazione lo scorso 29 ottobre, cioè almeno 12 ore dopo l'allarme rosso meteo rilanciato dall'Agenzia meteorologica Amet e quando interi comuni erano già stati sommersi dalle piogge torrenziali e l'esondazione di fiumi.

     Le prime parole di Mazòn sono state per esprimere "cordoglio per i familiari delle vittime e dei dispersi per la peggiore inondazione dal 1962", mentre fuori il palazzo dell'Assemblea regionale almeno trecento persone protestavano, invocando le dimissioni del governatore. L'esponente del Pp ha quindi riconosciuto "errori" nella gestione dell'emergenza assicurando che "non eluderò le responsabilità", ma non ha annunciato dimissioni.

       Due settimane dopo le inondazioni  - che hanno provocato 216 vittime e almeno 16 dispersi - il governatore valenziano, ha accusato lo Stato centrale come responsabile della tragedia. Mazon ha affermato che è "legittimo" domandarsi se le agenzie statali per la misurazione dei corsi d'acqua e pluviometriche, come la Confederazione Idrografica del Jucar, e l'Agenzia statale di meteorologia Amet, "si sono viste sopraffatte" dall'emergenza e "se tutti gli attori coinvolti avevano "informazioni sufficienti in tempo e forma" per applicare protocolli" di prevenzione davanti al rischio estremo di alluvioni "che avevano funzionato in situazioni precedenti".

    "E' legittimo domandarsi se la risposta alle richieste di aiuti e il coordinamento fra le istituzioni siano stati adeguati in tempo e forma davanti alla gravità della situazione", ha sostenuto. Nella giornata del 29 ottobre, il governatore mantenne la sua agenda, nonostante le allerte massime sia meteo che pluviometriche, e fu irreperibile nel pomeriggio, impegnato in un pranzo con una giornalista durato alcune ore. Partecipò alla riunione del Centro operativo di coordinamento delle emergenze della regione solo dopo le 19:00. L'allerta del sistema 'Es-Alert', con messaggi sui cellulari alla popolazione nelle zone di massimo rischio, fu inviata dal governo regionale solo alle 20:12, quando interi municipi erano già inondati. 

      Nella stessa giornata, ha indicato Mazon, la Confederazione Idrografica dello Jucar (Chj) ha inviato tre email che indicavano in maniera consecutiva una diminuzione volumetrica del torrente del Poyo. "Alle 11:38 è arrivata una mail dalla Confederazione che avvisava dell'innalzamento delle acque del fiume Magro, senza avvisare del rischio di straripamento".

    Nella sua ricostruzione della sequenza temporale, Mazòn attribuisce dunque la responsabilità nei ritardi per l'allerta alla popolazione alla Confederazione idrografica, che dipende dal ministero di Transizione ecologica, diretto dalla vicepremier socialista Teresa Ribera. Quest'ultima è al centro delle polemiche dopo che il Pp l'ha chiamata a dare conto della gestione delle alluvioni e ha bloccato a Bruxelles la sua designazione a commissaria europea per la Transizione giusta, provocando lo stallo della nuova Commissione europea presieduta da Ursula Von der Leyen.

     Ribera ha risposto alle accuse ricordando che la responsabilità di dare l'allarme e gestire l'emergenza è del governatore Mazòn, nel giorno dell'emergenza irreperibile per ore,a. "Ho mantenuto la mia agenda consapevole della situazione e sapendo che l'assessore di Giustizia e Interno del governo regionale si era spostata in alcune delle zone colpite dalla piena del fiume Magro e che era in contatto con la prefettura", ha detto Mazòn in aula. Lo straripamento dei due torrenti, il Poyo e il Magro, ha travolto interi municipi come Paiporta, dove si sono registrate almeno una settantina di vittime delle alluvioni

    Il governatore ha riconosciuto anche come "un errore" aver cancellato nel giorni successivi alla catastrofe un messaggio postato su X il 29 ottobre, in cui si segnalava che "la Dana si stava spostando su Cuenca". "Raccomandavo pazienza" alla popolazione "e di seguire le raccomandazioni delle Emergenze", ha detto in aula Mazòn, ammettendo di aver poi rimosso il messaggio tranquillizzante dal social "per eliminare un'informazione che potesse risultare confusa essendo obsoleta".

     "Non c'è spazio per le dimissioni", ha spiegato, dopo aver assicurato che "il governo regionale si assume la responsabilità" degli "errori" nella gestione dell'emergenza. "Ma ci sono limiti nei quali un esecutivo regionale può assumerle senza la partecipazione e il concorso di altri livelli di governo", ha aggiunto. Dopo la tiepida autocritica, il presidente dell'esecutivo regionale ha annunciato che assume "la sfida" della ricostruzione con una "nuova struttura governativa, dinamica ed efficiente". Mazòn lo ha definito "un consiglio della ricostruzione" che avrà "una nuova vicepresidenza", la cui "missione sarà di coordinare la ricostruzione economica e sociale di Valencia". Il governatore ha annunciato anche un nuovo assessorato per le emergenze, "dedicato in esclusiva alle situazioni di crisi e alla prevenzione, per il coordinamento centrale dei servizi di emergenza".

I socialisti voglione le dimissioni

    Dopo l'audizione di Mazon alle Corts, il partito socialista valenziano ha teso la mano al conservatore Partito Popolare, proponendo "tre soluzioni", per far fronte alla ricostruzione delle zone colpite dalla catastrofe: "La rimozione del presidente regionale, la nomina di un nuovo presidente con capacità tecnica e di gestione e che si coordini con tutte le amministrazioni in maniera efficiente", per poi convocare "nuove elezioni nel 2025, dopo aver superato la fase di emergenza".

     Lo ha annunciato la ministra della Scienza e Innovazione e segretaria del Psoe valenziano, Diana Morant, ai media. "Il problema non è solo la gestione fallimentare di Mazòn, ma questa coalizione del Pp con Vox, negazionista e di spalle alla scienza, che lo ha fatto presidente e non scomparirà con le dimissioni del governatore", ha detto Morant. La ministra ha quindi offerto l'appoggio a una giunta dei popolari con un nuovo vertice, "senza contropartite", per affrontare la ricostruzione e convocare nuove elezioni una volta superata la fase di emergenza.

   Prima dell'audizione di Mazon alle Corts, il governo di Madrid aveva detto che si aspetta che il presidente della Comunità Valenziana dia "moltissime spiegazioni" e "risponda a molte domande". Il ministro di Politica territoriale, Angel Victor Torres, ha detto che  "tutti sappiano ciò che va fatto in una situazione di fenomeno naturale avverso che può avere delle conseguenze piuttosto che altre". Torres ha ricordato che le conseguenze delle alluvioni in Valencia "purtroppo sono state drammatiche, con il più alto numero di morti della nostra storia e, pertanto, è molto rilevante la comparizione oggi del presidente della Comunità valenziana".

Vox: 'La prova che il sistema delle autonomie è al collasso'

       "Si è agito tardi, sono stati inviati allarmi di emergenza quando già c'erano molti morti. Questa tragedia è la prova di un sistema delle autonomie fallito e al collasso". Questa è la replica del portavoce del partito ultraconservatore Vox alle Corts valenziane, José Maria Llanos, al lungo intervento del governatore dei popolari, Carlos Mazòn, nell'audizione sulla gestione della catastrofe alluvionale.

     "Accuso il governo di Spagna di omissione di soccorso e di aver rifiutato gli aiuti dall'estero in un atto di superbia, e accuso il governo regionale delle nefasta gestione della tragedia", ha detto l'esponente di Vox. Dal partito di Santiago Abascal, che ha presentato nei giorni scorsi una richiesta di commissione di inchiesta parlamentare per "accertare le responsabilità", dipende la tenuta dell'esecutivo di Mazòn del Partito Popolare.

La sinistra valenziana: 'Riesce a guardarsi allo specchio, Mazon?'

        "Migliaia di valenciani si chiedono perché il suo governo ha tardato a dare l'allarme" il 29 ottobre e i 216 morti nelle inondazioni nella provincia di Valencia "sono soprattutto vittime della sua nefasta gestione: quante di loro sarebbero ancora con le loro famiglie se lei e il suo governo non fossero stati così negligenti, irresponsabili e incompetenti?".

      Lo ha detto oggi nella replica al governatore Mazon il leader della coalizione regionalista progressista Compromis, Joan Baldovì, che ha chiesto "formalmente le dimissioni dall'incarico" del presidente della regione, poiché - ha rilevato - "si è già dimesso ripetutamente dalle sue responsabilità di presidente".

    "Come poteva stare tranquillamente a pranzo mentre Utiel e Chiva" due dei comuni più flagellati dalle alluvioni, "si erano già inondati?", ha chiesto Baldovì al governatore dei popolari. "Riesce a guardarsi allo specchio, a guardare negli occhi i familiari delle vittime senza abbassare lo sguardo?", ha incalzato l'esponente della coalizione di sinistra. 

Leggi l'articolo completo su ANSA.it