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'Putin pronto a negoziare, non a congelare la guerra'

Ambasciate occidentali a Kiev chiuse per timore di raid massicci

Vladimir Putin

Redazione Ansa

Il Cremlino lancia un nuovo messaggio distensivo a Donald Trump, accompagnandolo però ad un avvertimento che conferma come la strada verso un negoziato di pace per l'Ucraina non sarebbe scevro di ostacoli. Vladimir Putin è pronto a contatti con il prossimo inquilino della Casa Bianca, ma non a un congelamento delle ostilità lungo l'attuale linea del fronte, ha detto il portavoce Dmitry Peskov.

Il portavoce ha commentato così un articolo della Reuters che, citando cinque tra attuali ed ex funzionari del Cremlino, ha scritto che il capo dello Stato sarebbe appunto pronto a mettere fine alle ostilità nell'attuale situazione per passare a trattative nelle quali non ci sarebbe comunque spazio per grandi concessioni territoriali da parte della Russia rispetto a quello che finora le sue truppe hanno conquistato.

 

 

Putin, inoltre, insisterebbe sulla rinuncia di Kiev ad entrare nella Nato. Di tali ipotesi Peskov ha smentito solo la parte relativa al congelamento dei combattimenti. Il presidente, ha affermato il portavoce, "ha ripetutamente e coerentemente dichiarato la sua disponibilità al contatto e ai negoziati, ma nessuno scenario di un congelamento del conflitto ci andrebbe bene", ha avvertito.

"Per noi è importante raggiungere i nostri obiettivi", ha insistito Peskov. E ufficialmente tali obiettivi rimangono quelli annunciati lo scorso giugno dallo stesso Putin: rinuncia degli ucraini alle quattro regioni occupate (Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson) e impegno ufficiale di Kiev a non entrare nell'Alleanza atlantica.

 

 

Il ministro della Difesa Guido Crosetto, durante il question time alla Camera, ha detto che bisogna creare "le condizioni per una pace giusta e duratura" e per questo è "necessario continuare a fornire sostegno all'Ucraina in coerenza quanto fatto finora". Quanto all'amministrazione del presidente uscente Joe Biden, Peskov l'ha accusata di essere "totalmente determinata a prolungare la guerra" e di "fare tutto quello che può in questo senso nel tempo che le rimane a disposizione".

Un riferimento evidentemente alla consegna a Kiev di mine antiuomo e, in precedenza, all'autorizzazione concessa agli ucraini di utilizzare i missili Atacms per attacchi in profondità sul suolo russo.

Dopo che martedì Mosca aveva detto di avere intercettato sei di questi vettori lanciati sulla regione di Bryansk, tra i diplomatici occidentali a Kiev si è diffuso un clima di tensione per una possibile massiccia rappresaglia russa. L'ambasciata americana ha condiviso l'allarme sul proprio sito e ha deciso di sospendere temporaneamente l'attività. Altri Paesi occidentali, tra cui l'Italia e la Spagna, hanno seguito il suo esempio, ma non la Gran Bretagna.

 

Nel primo pomeriggio un allarme aereo è risuonato a Kiev e in una decina di altre regioni, ma non è stato seguito da attacchi e le autorità ucraine hanno parlato di "guerra psicologica" da parte di Mosca. Il ministero degli Esteri ucraino ha anche manifestato la sua irritazione per la chiusura delle ambasciate, sottolineando che gli allarmi aerei sono "una realtà quotidiana per gli ucraini da più di mille giorni", e ha invitato gli occidentali a non alimentare la "tensione".

 

 

Il servizio di intelligence interno russo (Fsb) ha infine detto di avere arrestato nella regione nord-occidentale di Kaliningrad un cittadino tedesco, Nikolai Gaiduk, con l'accusa di sabotaggio ad impianti energetici. Il ministero degli Esteri di Berlino ha invitato i propri cittadini a prendere sul serio le esortazioni a non recarsi in viaggio in Russia, affermando che nel Paese "vige un'atmosfera di paura e intimidazione e vengono effettuati arresti arbitrari che possono colpire anche cittadini stranieri e tedeschi".

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    "Nelle circostanze attuali, tutte le parti dovrebbero mantenere la calma ed esercitare moderazione, lavorando insieme attraverso il dialogo e la consultazione per allentare le tensioni e ridurre i rischi strategici", ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri Lin Jian sulla vicenda, nel corso del briefing quotidiano.

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