Medio Oriente

Ucciso il rabbino negli Emirati, 'terrorismo antisemita'

Rabbia di Israele, già arrestati i killer. Sospetti sull'Iran

Israele, 'morto rabbino negli Emirati, è terrorismo antisemita'

Redazione Ansa

"Condanniamo nei termini più forti l'omicidio del rabbino Zvi Kogan negli Emirati Arabi Uniti". Lo scrive la Casa Bianca in una nota definendo l'assassinio "un crimine orribile contro tutti coloro che si battono per la pace, la tolleranza e la convivenza. È stato un attacco anche agli Emirati Arabi Uniti e al loro rifiuto verso l'estremismo violento".Gli Stati Uniti, si legge ancora nella nota "stanno lavorando in stretto coordinamento con le autorità israeliane e quelle degli Emirati Arabi Uniti. Coloro che hanno commesso questo crimine, e chiunque li abbia sostenuti, devono essere puniti". 

L'Iran respinge le accuse secondo cui sarebbe coinvolto nell'omicidio del rabbino israelo-moldavo Zvi Kogan negli Emirati Arabi Uniti, ha affermato domenica l'ambasciata iraniana ad Abu Dhabi in una dichiarazione alla Reuters riportata da Haaretz. 

 

Il ritrovamento del cadavere del rabbino israelo-moldavo Ziv Kogan nella città emiratina di Al Ain, a 150 chilometri da Abu Dhabi e al confine con l'Oman, ha chiuso nel peggiore dei modi la vicenda della sua sparizione improvvisa, giovedì scorso. In tempi record, le autorità hanno arrestato i tre presunti assassini, ha annunciato il ministero degli Interni degli Emirati, sottolineando la "capacità del Paese di trattare con fermezza chiunque tenti di minare la sicurezza e la stabilità della società.

 Le sue istituzioni, non risparmieranno alcuno sforzo per prevenire attacchi ai suoi cittadini, residenti e visitatori", dice la nota ufficiale, senza definire la vittima rabbino israeliano, ma solo cittadino moldavo. L'ufficio del premier Benyamin Netanyahu già sabato per conto del Mossad aveva confermato la scomparsa, quando ormai l'intelligence insieme con i colleghi degli Emirati ritenevano che si trattasse di rapimento e omicidio per mano di terroristi.

Le informazioni fatte trapelare dalle agenzie di sicurezza hanno da subito indicato che i sospettati sono tre uzbeki, da tempo inseriti nei database dei servizi segreti, che hanno agito reclutati dall'Iran. La cellula ha seguito il giovane rabbino, 28 anni, tre giorni prima all'uscita dal supermercato kosher che gestiva a Dubai. Poi, telefono spento e nessuna notizia. Il Paese arabo del Golfo, viene fatto notare, è il più videosorvegliato al mondo, in ogni strada ci sono telecamere a circuito chiuso, il che ha evidentemente aiutato le indagini. I tre cittadini uzbeki sospettati, dopo l'omicidio hanno preso un volo diretto in Turchia. L'auto di Kogan è stata trovata abbandonata ad Al Ain, nel veicolo c'erano segni di lotta.

Non è ancora chiaro se sia stato ucciso lì o altrove, ha dichiarato l'ex politico druso israeliano Ayoob Kara in un'intervista da Dubai. I media locali sottolineano che non sarebbe certo la prima volta che Teheran si serve di terroristi dell'Uzbekistan: fondamentalisti provenienti dal Paese dell'Asia centrale sono stati coinvolti in attentati nel 2017 a New York, Stoccolma, Istanbul, San Pietroburgo. Nei due primi casi, il forte sospetto che dietro ci fossero i pasdaran iraniani.

"Israele userà tutti i mezzi necessari e farà giustizia dei rapitori e assassini del rabbino Zvi Kogan negli Emirati Arabi Uniti e dei loro mandanti", ha dichiarato Netanyahu in apertura della riunione di governo domenica, "l'omicidio di un cittadino israeliano, un rappresentante della comunità ebraica Chabad, è un atto terroristico antisemita e malvagio", ha aggiunto, chiarendo che i legami con Abu Dhabi, che dal 2020 ha normalizzato i rapporti con lo Stato ebraico firmando gli accordi di Abramo, saranno rafforzati "proprio in risposta ai tentativi dell'asse del male di danneggiare le relazioni di pace".

Puntando senza dubbio il dito contro la repubblica islamica, primo oppositore della distensione tra Israele e i Paesi arabi a cui hanno già aderito Emirati e Bahrein. Mentre la normalizzazione delle relazioni diplomatiche con l'Arabia Saudita è stata drammaticamente congelata dalla carneficina del 7 ottobre. Un funzionario vicino alle autorità degli Emirati ha dichiarato a Channel 12 che il Paese è infuriato e sotto shock per l'omicidio del rabbino.

"Con la fermezza e la determinazione dei suoi leader e del suo popolo, gli Emirati rimarranno una casa di sicurezza, un'oasi di stabilità, una società di convivenza e un faro di sviluppo", ha scritto su X Anwar Karkash, consigliere del presidente emiratino Mohammed bin Zayed, commentando l'omicidio. Zvi Kogan era il rappresentante nel Paese del Golfo del movimento Chabad, una delle più grandi organizzazioni chassidiche dell'ebraismo ortodosso, che opera ovunque vi sia una presenza di ebrei affinché abbiano un punto di appoggio, anche in Paesi con cui Israele non ha relazioni diplomatiche.

L'ex parlamentare Kara si è detto certo che nonostante la comunità ebraica degli Emirati sia "sotto shock" per l'omicidio di Kogan, israeliani ed ebrei continueranno a visitare e a stringere legami nel Paese del Golfo: "Sono certa che continueranno a investire qui. Non c'è modo di fermare questa relazione e questa cooperazione", ha detto con forza.

 

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