"La nuova legge sull'hijab è complicata e ambigua e non può essere attuata facilmente": lo ha detto ieri sera il presidente iraniano, Masoud Pezeshkian, alla Tv di Stato. "Avrò colloqui con le altre autorità per convincerle che questa legge porterà sicuramente insoddisfazione e tensione nella società", ha aggiunto riferendosi alle affermazioni del presidente del Parlamento - il fondamentalista Mohammad Bagher Ghalibaf - il quale aveva detto che annuncerà ufficialmente la legge sull'hijab il 13 dicembre.
Da parte sua, il capo della magistratura - l'estremista Gholamhossein Ejei - ha affermato ieri che la legge deve essere attuata, "perché la situazione dell'hijab non è ragionevole", riferendosi al fatto che la maggioranza delle donne continuano a sfidare l'hijab obbligatorio e a recarsi nei luoghi pubblici a capo scoperto, nonostante i duri confronti con la polizia.
La nuova legge sull'hijab, denominata 'legge a sostegno della famiglia attraverso la promozione della cultura dell'hijab e della castità', è stata pubblicata ufficialmente sabato ed ha sollevato ampie critiche. Gli avvocati la definiscono "illegale e vergognosa" e gli attivisti parlano di "apartheid di genere e di uno strumento di intimidazione per una maggiore repressione".
La legge prevede che le donne che non osservano l'hijab completo in pubblico o sui social media paghino una multa di 75 milioni di rial (circa 143 euro) e, in caso di recidiva, fino a 3,3 miliardi di rial, oltre al divieto di lasciare il Paese per due anni e alle attività sui social media. Nel caso in cui le donne siano a capo scoperto, se ripetono l'atto, saranno multate fino a 5 miliardi di rial (10.000 dollari).