Yoon Suk-yeol, ex potente procuratore capo della Corea del Sud dal 2019 al 2021, è noto per la proverbiale ostilità ai compromessi e il rispetto maniacale della legalità. Nato a Seul nel 1960 in una famiglia di accademici, Yoon ha studiato giurisprudenza alla Seoul National University, ateneo dell'elite, e ha iniziato la sua carriera da procuratore nel 1994, acquistando notorietà per le indagini su clamorosi casi di corruzione, compresi quelli che travolsero l'ex presidente Park Geun-hye, finora l'unica a subire l'onta dell'impeachment.
Passato alla politica nel 2021 unendosi ai conservatori del People Power Party, ha vinto di misura le presidenziali nel 2022. Intransigente verso la Corea del Nord e promotore di un approccio senza compromessi, che ha portato i media locali a paragonarlo addirittura a personaggi come Winston Churchill, Yoon è inciampato sull'inesperienza legislativa, su un governo diviso e sulle controversie che hanno coinvolto la sua famiglia, a partire dalla moglie Kim Keon-hee, nel mirino per l'oscura e inattesa vicenda di una costosa borsa regalata da un noto predicatore locale.
Yoon ha dovuto affrontare un calo irreversibile degli indici di gradimento da quando è entrato in carica nel maggio del 2022.
Le lotte per far passare le sue politiche in un Parlamento controllato dalle forze di opposizione, senza mostrare i segnali di mediazione tipiche di un sistema democratico e con la totale insofferenza anche verso il suo stesso partito, hanno esacerbato le divisioni. E la sua amministrazione è stata accusata di aver soffocato le indagini indipendenti sugli scandali che hanno coinvolto alti funzionari: 22 le mozioni proposte dal Parlamento, un record.
Poi c'è il caso che ha interessato lui e sua moglie per il traffico di influenze. La controversia ha avuto un forte impatto sulla sua popolarità e regalato munizioni politiche inaspettate ai suoi rivali: Yoon e la first lady avrebbero influenzato in modo improprio la selezione dei candidati dei conservatori alle parlamentari suppletive del 2022, su richiesta del 'mediatore' Myung Tae-kyun, un politico che aveva condotto sondaggi per conto di Yoon prima e in vista della sua presidenza. Le elezioni, per la cronaca, le ha malamente perse soprattutto per 'la gaffe dei cipollotti', incapace di valutare il carovita del Paese colpito dall'inflazione in funzione di un elemento principe della cucina sudcoreana.
A dispetto del diniego di ogni responsabilità, le opposizioni hanno continuato a sparare ad alzo zero sull'ufficio presidenziale, trasferito da Yoon dalla Blue House ("deve essere un luogo aperto alle visite della gente", disse) nel compound fortificato e protetto del ministero della Difesa, da dove ha deciso l'inattesa svolta autoritaria della legge marziale. Tra le sue performance, ospite di Joe Biden nel 2023 alla Casa Bianca, ha cantato 'American Pie' di Don McLean, strappando una standing ovation che gli ha portato forse l'unico rimbalzo di popolarità. Da ultimo ha ammesso di aver ripreso a giocare a golf in vista dell'incontro con Donald Trump, mostrando almeno sul fronte della diplomazia internazionale doti di notevole duttilità.
Yoon Suk-yeol, l'ex procuratore d'acciaio allergico ai compromessi
Intransigente col Nord ma indebolito dagli scandali della moglie