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Damasco cade, Assad si dimette e fugge - IL PUNTO ALLE 15:00

Incerta la sua sorte. Festeggiamenti e saccheggi in Siria

SCATTIDELGIORNO

Redazione Ansa

Il regime di Assad è formalmente finito. Mosca ha annunciato che il presidente siriano si è dimesso "a seguito dei negoziati con alcuni partecipanti al conflitto armato sul territorio della Siria" ed "ha lasciato il Paese, dando istruzioni per effettuare pacificamente il trasferimento del potere". Non ci sono invece notizie su dove si trovi. Il suo aereo, partito da Damasco secondo fonti siriane alle Reuters, è "scomparso improvvisamente dai radar dopo qualche minuto di volo, dopo una virata di 180 gradi verso la costa". Secondo un membro del "Comitato politico dell'opposizione siriana" citato dall'agenzia Tass il rais avrebbe chiesto asilo a diversi Paesi, che glielo avrebbero negato, e potrebbe essere diretto verso qualche Paese in Africa.

I ribelli che sono entrati nella capitale hanno preso il controllo dei centri del potere della capitale siriana: il palazzo presidenziale nel quartiere di Malki, la sede della tv di Stato, l'aeroporto internazionale e il carcere di Sednaya. I ribelli controllano anche le principali strade a Damasco e in diverse zone della città i cittadini sono scesi in strada per applaudire i ribelli e per intonate slogan contro Bashar Al Assad. Ma ci sono stati anche episodi di saccheggio, per esempio alla Banca centrale.

Nel mirino anche il primo ministro siriano Assad al-Jalali. Un video postato dai ribelli siriani mostra quello che viene detto l'arresto del premier siriano proprio mentre si stava recando a un incontro con la loro leadership in un hotel di Damasco. In precedenza il leader dei ribelli, Abu Mohammed al-Jolani, aveva dichiarato che al-Jalali sarebbe rimasto in carica per garantire la transizione dei poteri in Siria. Lo stesso premier ha espresso il desiderio di libere elezioni da tenersi nel Paese. Secondo media siriani, infatti, il preier mantiene per ora il suo incarico alla guida del governo a Damasco. Lo riferiscono media siriani e fonti delle fazioni armate che hanno per ora il controllo della capitale, smentendo le notizie di aver messo Jalali in stato di fermo. "Il premier si appresta a mantenere il suo incarico e a proseguire il suo mandato al servizio del paese", affermano le fonti. 

Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani ha convocato una nuova riunione all'Unità di crisi della Farnesina sulla situazione in Siria. "Stamattina un gruppo armato è entrato nel giardino della sede della residenza dell'ambasciatore. Hanno portato via solo 3 automobili e tutto è finito lì. Non sono stati toccati né l'ambasciatore né i carabinieri", ha spiegato il titolare della Farnesina, aggiungendo che la priorità del governo resta quella di tutelare la sicurezza dei connazionali in Siria.    

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