E' l'Ucraina che "rifiuta ogni trattativa", e quindi la Russia continuerà la cosiddetta operazione militare speciale "fino alla sua fine vittoriosa". E' dura la risposta del Cremlino all'ultima uscita di Donald Trump, che ieri aveva invitato Vladimir Putin a "fare la pace" perché ormai "ha perso". Una risposta quasi scontata e in linea con le schermaglie che precedono i possibili negoziati, che Donald Tusk considera ormai imminenti. Le trattative "potrebbero iniziare nell'inverno di quest'anno", ha detto il premier polacco, il cui Paese assumerà da gennaio la presidenza di turno dell'Ue.
Gennaio sarà anche il mese dell'insediamento alla Casa Bianca di Trump, che ha detto di essere già al lavoro sulle proposte per mettere fine a una guerra che ha bollato come "ridicola". Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky gli ha espresso "profonda gratitudine" per quella che ha definito la "forte determinazione a porre fine a questa guerra in modo giusto", dopo il vertice a tre di domenica a Parigi con il presidente francese Emmanuel Macron. Ma i conti bisognerà farli con la Russia, e da parte sua, almeno a parole, non ci sono segni di cedimento.
"L'operazione militare speciale finirà quando tutti gli obiettivi stabiliti dal presidente, il comandante in capo, saranno raggiunti", ha affermato il portavoce di Putin, Dmitry Peskov. E si sa che gli obiettivi enunciati sono l'acquisizione delle quattro regioni russe finora parzialmente occupate e l'impegno di Kiev a non entrare nella Nato. Tali risultati, ha aggiunto il portavoce, possono essere raggiunti con l'impiego delle armi o come "risultato di colloqui di pace", nei quali appunto "la parte ucraina rifiuta di impegnarsi".
Mosca accompagna le pressioni verbali con quelle sul terreno.
Il ministero della Difesa ha rivendicato oggi la conquista di un nuovo villaggio nella regione orientale di Donetsk. Mentre l'autorevole sito ucraino DeepState, specializzato in informazioni di intelligence, ha scritto che truppe russe sarebbero penetrate nella regione settentrionale di Sumy, nei pressi del villaggio di Oleksandria, provenendo dalla regione di Kursk, dove da agosto sono impegnate a combattere le forze d'invasione di Kiev. Una notizia smentita dal governatore di Sumy, Volodymyr Artyukh, e dal portavoce delle guardie di frontiera ucraine, Andriy Demchenko.
A pesare sulle prospettive dell'inverno ucraino è anche la minaccia dei bombardamenti, specie sulle infrastrutture energetiche. L'ambasciata d'Italia a Kiev ha diramato un avviso di sicurezza in cui parla di "accresciuta minaccia di attacchi aerei russi" e invitato i connazionali ad esercitare "la più elevata cautela". Mentre Putin è tornato a tessere le lodi del missile balistico ipersonico a medio raggio Oreshnik, testato il mese scorso in un attacco a un impianto industriale a Dnipro.
"Un numero sufficiente di questi moderni sistemi d'arma porta praticamente al punto di non avere più bisogno di usare armi nucleari", ha detto il leader russo.
Da parte loro, scrive il noto blogger ucraino Denys Kazansky, le forze di Kiev hanno colpito con un missile del sistema americano Himars un deposito di munizioni russo situato a Yenakiev, nella regione di Donetsk. Il giornalista ha posto sul suo canale Telegram un video in cui si vedono anche molte esplosioni secondarie, tipiche di quando saltano concentrazioni di munizioni. In Russia, invece, il governatore dell'oblast di Saratov, Roman Busargin, ha dichiarato che la contraerea ha fermato un attacco di droni su un aeroporto militare della regione, a centinaia di chilometri dal confine.
Il servizio d'intelligence interno russo Fsb ha intanto detto di avere arrestato un giovane di 21 anni con doppia cittadinanza russa e tedesca con l'accusa di aver tentato di compiere un attentato su ordine dei servizi segreti di Kiev contro una ferrovia a Nizhny Novgorod, 400 chilometri ad est di Mosca. Il mese scorso l'Fsb aveva annunciato di aver arrestato a Kaliningrad un altro cittadino tedesco, Nikolai Gaiduk, accusato di essere entrato nella regione russa "per organizzare atti di sabotaggio contro le infrastrutture energetiche locali".
Gli Usa hanno firmato una garanzia finanziaria a sostegno del prestito da 20 miliardi di dollari del governo americano a Kiev. Questo sforzo, ha reso noto l'agenzia per lo sviluppo internazionale (Usaid), fa parte dell'impegno del G7 di anticipare 50 miliardi di dollari di finanziamenti totali nell'ambito dell'iniziativa di prestito 'Extraordinary Revenue Acceleration' (Era) - legato agli asset russi congelati, ndr - per soddisfare le esigenze di finanziamento cruciali e immediate dell' Ucraina nella sua lotta contro l'invasione della Russia.
Leggi l'articolo completo su ANSA.it