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Gonzalez Urrutia: 'Il Venezuela tornerà a essere una democrazia'

Il presidente eletto, ora esiliato in Spagna, riceve a Strasburgo il premio Sakharov per i diritti umani

Gonzalez Urrutia mentre parla al Parlamento di Strasburgo

Redazione Ansa

     "Il Venezuela è un'autocrazia che agisce contro la nostra coscienza: prima o poi il nostro paese tornerà a essere una democrazia". Lo ha detto Edmundo González Urrutia, presidente eletto del Venezuela, oggi in esilio a Madrid, ricevendo a Strasburgo il premio Sacharov 2024, che gli è stato concesso insieme a Corina Machado, leader del movimento oppositore Plataforma unitaria democratica, assente a Strasburgo, e rappresentata dalla figlia.

     "Non sono mai abbastanza gli sforzi per recuperare la democrazia in Venezuela: abbiamo avuto tanti appoggi ma sentiamo che c'è ancora margine per portare più avanti questa battaglia, per far valere la volontà del popolo che si è espresso a larga maggioranza per un trionfo che è stato roboante". ha detto González Urrutia all'assemblea degli europarlamentari.

    "I venezuelani vogliono promuovere la libertà: gli usurpatori sanno che tutti i cittadini vogliono una nuova via, ecco perché abbiamo vinto alle elezioni. Il Venezuela non è spaccato, anzi è unito e vuole democrazia e benessere. Ricevere questo premio dimostra che c'è unità tra le forze democratiche globali, una unità che ci serve. Viva il Venezuela libero", ha concluso tra gli applausi. 

    In un collegamento video con il Parlamento di Strasburgo, Machado ha detto che "il premio Sakharov rafforza la nostra lotta per la libertà e la democrazia: lo riceviamo con emozione a nome del popolo venezuelano. E' un omaggio a tutti quei venezuelani che hanno deciso di essere vivi, in carcere o in esilio, pronti ad alzare la loro voce".

    "Hanno diviso il nostro popolo cercando il nemico interno. Hanno tentato di distruggere le nostre istituzioni, portando alla povertà i cittadini venezuelani, costretti all'immigrazione: più di un quarto dei miei connazionali hanno lasciato il Paese. Ma alla fine il popolo ha deciso di reagire, nel rispetto della verità che ha abbattuto le bugie. Tutto questo si è trasformato in un movimento politico e sociale molto forte, un cambiamento culturale profondo. Noi ora sappiamo che ce la faremo: il Venezuela è cambiato, sarà libero", ha concluso.

   Da parte sua, la presidente del Parlamento Europeo, Roberta Metsola, ha detto che  "al Consiglio Affari esteri chiederemo un dibattito ad hoc, per imprimere nuovo slancio all'esame della situazione in Venezuela".

       "Signor González Urrutia, questo Parlamento la sostiene in quanto leader democratico del Venezuela. Condanniamo il regime di Maduro per i numerosi, brutali e crudeli tentativi di mettere a tacere le voci democratiche di milioni di venezuelani. Condanniamo l'emissione di un mandato di arresto per il Presidente eletto e l'incarcerazione illegale di migliaia di prigionieri politici in condizioni disumane. Questi prigionieri devono essere rilasciati", ha detto Metsola durante la cerimonia di consegna del premio Sacharov.

   "Il pugno di ferro di Maduro - ha aggiunto - non può schiacciare lo spirito e le voci del popolo venezuelano che sta marciando per le strade per chiedere democrazia e giustizia. Questa è l'essenza stessa della libertà di pensiero".

Il governo chavista: 'Se torna in Venezuela sarà arrestato'

      Il ministro degli Interni del Venezuela, Diosdado Cabello, ha affermato che il leader dell'opposizione in esilio in Spagna Edmundo González Urrutia - su cui pende un mandato di arresto nel suo Paese - sarà arrestato appena dovesse mettere piede a Caracas.

     Rivendicando di aver vinto le elezioni - nonostante le autorità abbiano proclamato rieletto Nicolas Maduro - l'ex candidato conservatore ha infatti annunciato di voler rientrare in Patria in occasione della cerimonia di insediamento il 10 gennaio.

     "L'unico che presterà giuramento è Nicolás Maduro. Non c'è una sola possibilità, nemmeno una che l'immondo signor González metta piede in Venezuela senza essere arrestato", ha detto Cabello durante una conferenza stampa del Partito Socialista Unito del Venezuela. (Psuv), trasmesso sul canale statale VTV

Il monito di Trump: 'Non abbiamo bisogno del petrolio venezuelano'

     Il presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, ha affermato di voler impedire al suo Paese di continuare ad acquistare petrolio dal Venezuela. "Abbiamo più energia di qualsiasi altro Paese. La useremo. Non dobbiamo comprare energia dal Venezuela, dato che ne abbiamo 50 volte di più. Quello che stiamo facendo è pazzesco", ha detto il repubblicano nella sua prima conferenza stampa dopo la vittoria alle elezioni presidenziali, ripresa dai media locali.

     Trump ha criticato la dipendenza dalle importazioni estere e ha promesso di rafforzare la produzione interna come misura per garantire l'indipendenza energetica degli Stati Uniti.

     "Non ci fermeremo finché l'America non sarà più ricca, più sicura e più forte di quanto non sia mai stata", ha detto. Il capo dello stato ha inoltre annunciato che le relazioni economiche con il Venezuela saranno subordinate al rispetto delle indicazione di Washington in merito alle politica migratorie. "Dovranno riprendersi tutti i migranti. Se non lo fanno, saranno affrontati molto duramente dal punto di vista economico", ha detto. 

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