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Un uzbeko fermato a Mosca per l'attentato a Kirillov

'Kiev gli aveva promesso 100.000 dollari e un passaporto Ue'

Il ricordo sul luogo dell'uccisione del generale Kirillov

Redazione Ansa

      Centomila dollari e un passaporto di un Paese della Ue: questa, secondo le autorità investigative russe, la ricompensa che i servizi segreti ucraini avrebbero offerto a un cittadino uzbeko di 29 anni fermato a Mosca con l'accusa di essere l'esecutore materiale dell'attentato nel quale sono rimasti uccisi il generale Igor Kirillov e il suo assistente Ilya Polikarpov.

    A Kiev, intanto, sono state adottate misure di sicurezza ancora più severe del solito in attesa della rappresaglia di Mosca, che ieri l'ex presidente russo Dmitry Medvedev aveva dato per "imminente". Il servizio d'intelligence Sbu, che aveva immediatamente rivendicato l'attentato, ha fatto sapere che in particolare "nel quartiere governativo" della capitale sono state introdotte regole volte a "testare la protezione antisabotaggio delle strutture statali ed aumentare la sicurezza dei residenti e delle persone sotto protezione statale".

    Medvedev è tornato sulla risposta da dare all'uccisione di Kirillov, che comandava le forze di difesa radiologica, chimica e biologica e che è stato accusato dall'Sbu dell'uso di armi chimiche sul campo di battaglia in Ucraina. L'attuale vice segretario del Consiglio di Sicurezza nazionale russo se l'è presa dapprima con i giornalisti del Times, da lui definiti "bastardi", che "in un editoriale hanno definito l'attacco terroristico contro Kirillov e il suo assistente un atto di difesa legittimo". Se il generale russo era un obiettivo militare legittimo, ha detto Medvedev, lo sono anche "tutti i funzionari della Nato che hanno preso la decisione di assistere militarmente l'Ucraina di Bandera e stanno partecipando ad una guerra ibrida o convenzionale contro la Russia".

    In difesa dello staff del Times è intervenuto il ministro degli Esteri britannico David Lammy, che ha definito le parole di Medvedev come "minacce da gangster" e un "segno di disperazione". "I nostri giornali - ha aggiunto il capo della diplomazia di Londra - rappresentano il meglio dei valori britannici: libertà, democrazia e pensiero indipendente".

    Il servizio d'intelligence interno russo (Fsb) ha diffuso un video di quella che sarebbe la confessione del cittadino uzbeko fermato, di cui non è stata resa nota l'identità. In esso si vede un uomo dai trattati centroasiatici e con la barba, seduto e ammanettato, che parla con aria tranquilla per circa un minuto.

     Il sospettato racconta di essere "arrivato a Mosca su istruzione dei servizi speciali ucraini" e di avere ricevuto da qualcuno un ordigno che poi ha piazzato su un monopattino da lui acquistato e che ha lasciato davanti all'immobile dove abitava Kirillov. L'uomo, aggiunge l'Fsb, ha noleggiato una vettura da un servizio car sharing sulla quale ha piazzato una telecamera e che ha parcheggiato nello stesso luogo. Le immagini sarebbero state così trasmesse "in tempo reale agli organizzatori dell'attacco, nella città di Dnipro", in Ucraina. Lo stesso cittadino uzbeko avrebbe azionato la bomba quando il generale e il suo assistente sono usciti dal portone.

    "Gli agenti dei servizi speciali ucraini implicati nell'organizzazione dell'attentato saranno trovati e debitamente puniti", ha affermato l'Fsb. Anche se secondo il ministero degli Esteri russo, anche l'Sbu non è che uno "strumento". "Tutto è controllato dagli anglosassoni, sono loro i principali beneficiari del terrorismo del regime di Kiev", ha affermato la portavoce Maria Zakharova, aggiungendo che Mosca solleverà la questione in una riunione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu di cui ha chiesto la convocazione per venerdì. Per il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, l'uccisione di Kirillov "ha confermato ancora una volta che il regime di Kiev non disdegna i metodi terroristici". E ciò "prova la giustezza delle nostre azioni nell'operazione militare speciale" in Ucraina, ha chiosato.

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