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Putin: 'Pronto a vedere Trump, Zelensky è illegittimo'

'I negoziati solo con autorità elette e sulla base della realtà'

Redazione Ansa

Vladimir Putin si dice "pronto a incontrare Donald Trump in qualsiasi momento" e aperto a negoziati sull'Ucraina, che di per sé rappresentano un "compromesso". Ma non per un cessate il fuoco bensì per "una pace durevole con garanzie per la Federazione Russa e i suoi cittadini". Da Bruxelles, quasi nello stesso momento, anche Volodymyr Zelensky afferma di voler "condividere più dettagli" con Trump e respinge l'idea di un "conflitto congelato". Le parti si preparano dunque alle trattative dopo il cambio della guardia alla Casa Bianca, anche se Putin esclude un accordo con il presidente ucraino nella situazione attuale considerandolo "illegittimo", poiché il suo mandato è scaduto in maggio senza che si potessero tenere nuove elezioni a causa della legge marziale.

 

In attesa di Trump, russi e ucraini continuano gli attacchi cercando di rafforzare le rispettive posizioni. Mosca ha annunciato di aver conquistato nell'ultima giornata altri due villaggi nella regione orientale ucraina di Donetsk. Mentre gli ucraini, secondo quanto reso noto dal ministero della Difesa russo, hanno lanciato sei missili americani Atacms e quattro vettori britannici Storm Shadow sulla regione di Rostov, con il conseguente avvertimento che tutto ciò "non rimarrà senza risposta". Nella stessa regione un bombardamento di droni ucraini ha provocato un incendio in una raffineria di petrolio.

Putin ha parlato nella consueta conferenza stampa fiume di fine anno. Una kermesse di quattro ore e mezza in cui ha risposto a 76 domande dei giornalisti e dei cittadini. Un evento nel quale non sono mancati gli effetti mediatici. Una donna, che ha detto di parlare da "un bunker" nella regione di Kursk, gli ha chiesto al telefono quando le truppe ucraine d'invasione saranno respinte oltre confine. Al che Putin ha detto di non poter indicare "una data esatta". Per rendere omaggio agli "eroi" impegnati nel conflitto, il capo del Cremlino ha fatto dispiegare dietro di sé la bandiera della 155/a brigata della fanteria della Marina russa, che ha detto di aver ricevuto in dono dagli stessi militari. Putin ha lanciato poi la sfida per un "duello tecnologico" con gli Usa per dimostrare che il nuovo missile ipersonico russo Oreshnik non può essere abbattuto da alcun sistema di difesa. "Lasciamo - ha detto - che loro determinino un obiettivo, per esempio a Kiev, e concentrino tutto i loro sistema di difesa missilistica lì, e noi lanciamo l'Oreshnik".

Anche se ha parlato di "compromessi", il presidente russo ha insistito che i negoziati con Kiev dovranno svolgersi "sulla base della realtà che sta prendendo forma sul campo oggi", con l'avanzata russa. La situazione, ha detto, sta cambiando "drasticamente" e Mosca si avvicina al raggiungimento dei suoi "obiettivi primari". "Parliamo di progressi non di 100 o 200 metri, ma di chilometri quadrati al giorno", ha assicurato. Lo zar si mostra dunque convinto che il tempo giochi a favore di Mosca. Di qui anche la condizione politica posta a Kiev.

"Parleremo - ha detto - con qualsiasi persona che vada alle urne e ottenga la legittimità, anche con Zelensky". Ma allo stato attuale, ha avvertito, "possiamo firmare (eventuali accordi) solo con coloro che sono legittimi, e questi sono il Parlamento e il presidente del Parlamento".

Putin in realtà ha parlato anche delle vulnerabilità della Russia. In primo luogo l'inflazione, che ha giudicato "un segnale davvero allarmante", ammettendo l'impatto delle sanzioni occidentali, che "rendono più costose le catene di approvvigionamento". Quindi la sicurezza interna, con l'uccisione a Mosca del generale Igor Kirillov e di un suo aiutante, conseguenza di "gravi errori" dei servizi speciali.

Poi una nota personale: il conflitto in Ucraina è "una prova seria per tutti", ha detto. Anche per lui. "In questi tre anni ho cominciato a scherzare meno e ho quasi smesso di ridere", ha confessato. Eppure non ha rinnegato quanto deciso nel febbraio del 2022, affermando che invece l'attacco in Ucraina avrebbe dovuto avvenire "prima", anche se con una migliore preparazione.
Alla fine resta lo spazio anche per parlare di Medio Oriente.

La caduta di Bashar al Assad in Siria non è stata "una sconfitta" per la Russia, ha assicurato Putin, dicendo di non avere ancora incontrato l'ex presidente rifugiatosi a Mosca ma di aver "intenzione" di farlo. "Il maggiore beneficiario della crisi siriana - ha aggiunto - è Israele, che dovrebbe ritirare le sue truppe "dal territorio siriano occupato". 

 

 

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