(ANSA) - GINEVRA, 31 GEN - L'esercito della Birmania ha
incrementato la violenza contro i civili raggiungendo l'anno
scorso livelli senza precedenti, con il più alto numero di
vittime civili dal colpo di stato che lo ha portato al potere il
primo febbraio del 2021: lo ha riferito oggi l'Ufficio per i
diritti umani delle Nazioni Unite.
Secondo i dati dell'Associazione per l'assistenza ai
prigionieri politici (Aapp) - citati dall'Onu - almeno 6.
Per l'Alto commissario dei diritti umani delle Nazioni Unite
Volker Türk, "è profondamente angosciante scoprire che la
situazione per i civili sta solo peggiorando di giorno in
giorno". "Anche se il potere dell'esercito diminuisce, la
portata e l'intensità delle loro atrocità e violenze" si è
ampliata. "Questa crisi dei diritti umani creata dall'esercito
ha causato indicibili sofferenze attraverso attacchi
indiscriminati contro i civili, negazione degli aiuti umanitari
e sistematiche violazioni dei diritti umani.
Un'analisi del conflitto descrive inoltre atti di estrema
brutalità e sottolinea come l'esercito abbia lanciato ondate
successive di attacchi aerei e abbia bombardato con
l'artiglieria i civili, costretto migliaia di giovani al
servizio militare, arrestato molte persone, causato sfollamenti
di massa e negato l'accesso agli aiuti umanitari.
Oggi, intanto, la giunta militare birmana ha esteso di sei
mesi lo stato di emergenza che sarebbe dovuto scadere a
mezzanotte, rinviando ulteriormente le elezioni. (ANSA).
Onu, 'violenza e abusi militari senza precedenti in Birmania'
La giunta ha prorogato di sei mesI lo stato di emergenza
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