La Francia e gli alleati europei della task force Takuba, insieme al Canada, hanno annunciato un "ritiro coordinato" dal Mali: è quanto si legge in una nota diffusa dall'Eliseo all'indomani della cena di lavoro sul Sahel a cui ha partecipato anche il presidente del consiglio, Mario Draghi.
Nella nota, i partner internazionali presenti a Parigi hanno affermato la "volontà di restare impegnati nella regione" del Sahel e dicono di voler "estendere il loro sostegno" ai Paesi del Golfo di Guinea.
In Mali "non c'erano più le condizioni politiche, operative e giuridiche" per mantenere sul posto la presenza militare francese ed internazionale: è quanto si legge in una nota diffusa dall'Eliseo. I Paesi partner hanno espresso comunque la "volontà di restare impegnati nella regione" del Sahel. Non solo. Intendono "estendere il loro sostegno ai Paesi vicini del Golfo di Guinea e dell'Africa occidentale". "Per contenere la potenziale estensione geografica delle azioni dei gruppi armati terroristici in direzione del sud e dell'Ovest della regione - si legge nella nota congiunta - i partner internazionali indicano la loro volontà di considerare attivamente all'estensione del loro sostegno ai Paesi vicini del Golfo di Guinea e dell'Africa Occidentale, sulla base delle loro richieste".
Per la chiusura delle ultime basi francesi in Mali ci vorranno tra i "4 e i 6 mesi": lo ha detto il presidente francese Emmanuel Macron, in conferenza stampa a Parigi, dopo l'annunciato ritiro dei militari francesi, europei e canadesi dal Paese africano. "Chiuderemo progressivamente le basi presenti in Mali, un esercizio per cui ci vorranno tra i 4 e i 6 mesi,", ha riferito Macron, precisando che "in questo lasso di tempo (...) continueremo ad assicurare le missioni di messa in sicurezza della Minusma", la missione dell'Onu in Mali, che conta oltre 13.000 Caschi blu.
Sahel, Francia e alleati annunciano ritiro dal Mali
Non c'erano più le condizioni politiche, operative e giuridiche