Nuovi attacchi aerei hanno colpito oggi Khartoum, capitale del Sudan, mentre infuriano gli scontri nella regione del Darfur occidentale. Segno che le ostilità, iniziate lo scorso 15 aprile, con un bilancio di almeno 3.
Nell'est e nel nord-ovest della capitale, aerei da combattimento dell'esercito "hanno preso di mira basi" appartenenti alle forze paramilitari di supporto rapido (Rsf) che "hanno risposto con armi antiaeree", hanno precisato testimoni. Droni delle forze paramilitari hanno colpito il più grande ospedale militare di Khartoum. Un attacco simile, avvenuto ieri alla stessa struttura, aveva provocato cinque morti e 22 feriti, secondo fonti dell'esercito.
La guerra tra il capo delle forze armate Abdel Fattah al-Burhan e il suo ex vice, il comandante della Rsf Mohamed Hamdan Daglo, ha devastato anche il Darfur, che ospita circa un quarto dei 48 milioni di abitanti del Sudan, con intere città rase al suolo, segnalazioni di massacri di civili e omicidi a sfondo etnico. Violenze attribuite alle forze paramilitari, che però hanno "smentito categoricamente" un recente rapporto di Human Rights Watch che denunciava l'esecuzione sommaria di "almeno 28 Massalit" - un gruppo etnico minoritario non arabo - e la "totale distruzione della città di Misterei" nello stato del Darfur occidentale. I paramilitari hanno attribuito la violenza al "conflitto tribale di lunga data" e hanno affermato di "aderire rigorosamente" al "diritto umanitario internazionale".
Infuria la violenza in Sudan, raid aerei a Khartoum
I paramilitari negano i crimini di guerra in Darfur