Medio Oriente

Cos'è e cosa prevede la missione Aspides contro attacchi degli Houthi

Sarà difensiva e non prevede attacchi via terra

Redazione Ansa

Il 19 febbraio l'Unione Europea, in occasione del Consiglio Affari Esteri, ha approvato il lancio della missione Aspides, contro gli attacchi degli Houthi alle imbarcazioni commerciali nel Mar Rosso e nel Canale di Suez. La missione durerà almeno un anno, con possibile rinnovo previa decisione del Consiglio Ue, sarà difensiva e non precede attacchi via terra. Il comando strategico dell'operazione sarò affidato alla Grecia e sarà aperta alla partecipazione di Paesi terzi.

Il comando tattico spetterà all'Italia che sarà presente con una nave della Marina italiana. Lo scopo della missione è assicurare il principio di libertà di navigazione, escludendo qualsiasi tipo di coinvolgimento in operazioni terrestri contro le basi Houthi in Yemen.

LE MISSIONI NELL'AREA. Al momento nell'area che lambisce il golfo di Aden sono presenti due missioni. La prima è l'Operazione Atalanta, istituita nel 2008 contro gli attacchi dei pirati alle navi mercantili al largo delle coste somale. Missione alla quale partecipa l'Italia e al cui comando è subentrato dall'11 febbraio proprio il nostro Paese. La seconda operazione è la Emasoh/Agenor, nata su iniziativa francese, attiva nello Stretto di Hormuz, tra la Penisola arabica e l'Iran e con un comando operativo ad Abu Dhabi. Aspides potrebbe usare navi, personale e equipaggiamenti proprio della missione Agenor, dando vita quindi a un'operazione dal perimetro molto più largo. 

LA NATURA DIFENSIVA. La missione Aspides (scudi) fa perno su un recente mandato delle Nazioni Unite e sugli articoli 42, 43 e 44 del Trattato dell'Unione europea (Tue). L'articolo 42 prevede l'uso di mezzi "civili e militari in missioni all'esterno dell'Ue per garantire il mantenimento della pace, la prevenzione dei conflitti e il rafforzamento della sicurezza internazionale, conformemente ai principi della Carta Onu". L'articolo 44 dà la possibilità di affidare a un gruppo di Paesi membri, volontari e con capacità adeguate, tali interventi. La missione prevede l'abbattimento di droni, missili e qualsiasi altra arma diretta contro le navi mercantili. Non prevede attacchi in territorio yemenita, come accade invece per la Prosperity Guardian guidata dagli Usa. Saranno oggetto di discussione eventuali reazioni ad attacchi di navi militari nemiche.

I PAESI PARTECIPANTI. Il numero complessivo non è ancora stato certificato. Al di là di Italia, Francia e Germania sembra pressoché certo che chi partecipa alla missione Agenor ci sarà: potrebbero essere Portogallo, Danimarca, Paesi Bassi, oltre alla Grecia che ha il comando strategico. Il Belgio ha detto che parteciperà, Irlanda e Spagna invece non invieranno né navi né uomini.

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