Migliaia di migranti, provenienti per lo più dall'Honduras, hanno forzato oggi dal territorio guatemalteco i cancelli del posto di frontiera di Tecún Umán con il Messico, ma sono stati bloccati nella 'terra
di nessuno' da un folto sbarramento della polizia messicana che ha impedito loro, per il momento, l'ingresso nello Stato di Chiapas.
Le tv messicane hanno mostrato in diretta il momento in cui imembri della Carovana partiti sabato dall'Honduras e determinati a raggiungere gli Stati Uniti, hanno sfondato i cancelli al confine, riversandosi correndo sul ponte internazionale Dr. Rodolfo Robles. Gridando 'Sí se puede!' (Sí possiamo farcela!) uomini, donne e bambini honduregni, ma anche guatematechi e salvadoregni, si sono precipitati verso il lato messicano dove peró hanno trovato ad attenderli un folto gruppo di agenti della polizia federale che hanno contenuto un tentativo di assalto con uno speciale gas in aerosol, meno forte del tradizione lacrimogeno. Alcuni giovani hanno risposto con lanci di pietre, ma i tafferugli sono durati meno di mezz'ora, dopodiché sul posto è tornata una calma precaria. Fonti sanitarie hanno segnalato che il bilancio dell'accaduto è di almeno una decina di feriti.
Qualche ora prima, il Segretario di Stato americano Mike Pompeo si era intrattenuto a colloquio a Cittá del Messico con il collega messicano Luis Videgaray, a cui aveva ripetuto la richiesta giá formulata da Trump di "fermare la Carovana diretta verso il territorio statunitense" perché, in caso contrario, Washington avrebbe inviato truppe alla frontiera meridionale, che sarebbe stata chiusa.