Quattro anni fa, quando entrò in carica, l'attuale presidente di destra, Jair Bolsonaro (Pl), promise che non avrebbe concesso "un centimetro in più" di riserve indigene protette in Brasile. Ma i popoli indigeni oggi lo accusano di politiche violente e dannose per l'ambiente, disastrose per loro e per la loro terra.
Con Bolsonaro in corsa per la rielezione domenica - in coda nei sondaggi dietro all'ex presidente di sinistra Luiz Inacio Lula da Silva (Pt) - un record di 171 indigeni si stanno candidando per cariche statali o federali, per voltare pagina su quelli che, secondo loro, sono stati quattro anni catastrofici per i popoli nativi del Brasile, secondo quanto emerge da un reportage di France Presse.
Brasile al voto, popoli indigeni al lavoro per voltare pagina
171 i nativi candidati, per cambiare traiettoria