(ANSA) - BUENOS AIRES, 09 OTT - Accuse incrociate e aspri
duelli verbali tra tutti e cinque i condendenti hanno
caratterizzato il secondo dibattito tra i cinque candidati alla
presidenza dell'Argentina in vista delle elezioni del 22
ottobre, centrato questa volta sulle tematiche della sicurezza,
del lavoro e della produzione e dell'ambiente.
Il più moderato e pacato nelle schermaglie verbali è apparso
essere proprio il candidato ultraliberale, Javier Milei.
Ha esordito accusando il ministro dell'Economia e candidato
del peronismo, Sergio Massa, di aver portato il Paese al bordo
dell'iperinflazione e della bancarotta e si è poi limitato a
ribattere colpi minimizzando anche la portata di alcune delle
sue affermazioni più polemiche come quelle sulla
liberalizzazione della vendita di armi e di organi.
Massa ha dovuto ribattere i costanti riferimenti dei suoi
avversari al recente scandalo del funzionario peronista pescato
in vacanza a Marbella a bordo di uno yacht mentre a sua volta si
è concentrato sulla presentazione di proposte. Tra queste quella
sulla creazione di una FBI argentina per combattere la
criminalità organizzata. L'alfiere del peronismo ha quindi
ribadito di voler formare un governo di unità nazionale aperto a
tutte le forze politiche in caso riesca ad arrivare alla
presidenza.
La più agguerrita, in linea con la necessità impellente di
rimontare nei sondaggi che la collocano al terzo posto, è stata
la candidata della coalizione di centrodestra Juntos por el
Cambio (Jxc), Patricia Bullrich. "Quand'è che la smetterete di
rubare?", ha chiesto ironicamente a Massa al momento delle
domande incrociate, accusando poi Milei di aver accettato tra le
fila del suo partito molti esponenti della stessa "casta" che
accusa di corruzione.
I due outsider della contesa, il federalista sorto dalle
costole del peronismo dissidente, Juan Schiaretti, e la
rappresentante della sinistra radicale, Miryam Bregman, hanno
ripartito colpi equamente ai loro avversari. Bregman, che nel
primo dibattito aveva definito Milei come "un gattino docile dei
poteri forti" ieri lo ha bollato come "un rappresentante della
vecchia destra solo un po' spettinato".
Anche l'attacco di Hamas è entrato inevitabilmente nel
dibattito. Tutti hanno espresso solidarietà a Israele, mentre
Bregman ha sottolineato che quanto accaduto è "una conseguenza
delle politiche di occupazione dei territori". (ANSA).
Elezioni in Argentina, dibattito presidenziale ad alta tensione
Toni più accesi nel secondo confronto tra i candidati