Migliaia di persone si sono riversate nelle strade delle principali città dell'Argentina per protestare contro il mega-decreto per la deregulation dell'economia e la privatizzazione di tutte le aziende statali annunciato dal presidente, Javier Milei. Nella capitale Buenos Aires la protesta, iniziata timidamente già pochi minuti dopo l'annuncio, è sfociata con il passare dei minuti in una grande manifestazione spontanea che si è diretta da diversi quartieri verso la piazza del Congresso, nel centro della città, dove verso la mezzanotte erano già radunate diverse migliaia di argentini: "La patria non si vende" e "Milei spazzatura, sei la dittatura", sono stati gli slogan più ascoltati tra i manifestanti.
Il presidente aveva annunciato poche ore prima un decreto con oltre 300 disposizioni e deroghe a leggi che regolano il mercato. Tra queste la deroga alla legge sulla Terra che impedisce la vendita di grandi aree a stranieri; alla legge che impedisce la privatizzazione delle aziende statali e la loro trasformazione in società anonime; alle leggi di promozione industriale e commerciale e alla legge che impedisce la privatizzazione della compagnia di bandiera Aerolineas Argentinas.
Il mega-decreto annunciato mercoledì dal presidente dell'Argentina, Javier Milei, getta le basi per un'ampia deregulation dell' economia nazionale ed è stato presentato dal leader ultraliberista come la "base per la ricostruzione" del Paese afflitto da gravi squilibri macroeconomici e sociali. In un video trasmesso a reti unificate, il capo dello Stato ha presentato solo 30 delle oltre 300 deroghe e disposizioni che figurano nel testo e che verranno adesso sottoposte in blocco all'approvazione delle Camere.
Secondo quanto si legge nel documento originale pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, i primi tre articoli del decreto costituiscono il quadro generale che giustifica il resto delle 360 misure adottate.
Nel primo articolo si decreta "l'emergenza pubblica in materia economica, finanziaria, fiscale, amministrativa, previdenziale, tariffaria, sanitaria e sociale fino al 31 dicembre 2025". Il secondo è dedicato alla deregolamentazione e afferma che "lo Stato nazionale promuoverà la vigenza di un sistema economico basato su decisioni libere, adottate in un contesto di libera competenza". Per raggiungere questo fine, recita il testo, "verrà attuata la più ampia deregolamentazione del commercio, dei servizi e dell'industria". Il terzo articolo riguarda invece la politica estera commerciale, e afferma la necessità di adottare standard internazionali in materia di commercio di beni e servizi nel rispetto in particolare delle raccomandazioni dell'Organizzazione mondiale del commercio (Omc) e dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse).
Sulla base di queste premesse, il mega-decreto stabilisce tra le altre cose la derogazione della legge sull'approvvigionamento che assicura quote di beni al mercato interno; della legge sugli acquisti nazionali che impone allo Stato di privilegiare imprese locali per appalti e concessioni; delle leggi di promozione industriale e commerciale; e della legge che impedisce la privatizzazione delle aziende statali.
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