Dopo 15 anni, e dopo aver scontato una lunga pena detentiva negli Stati Uniti per traffico di droga, l'ex comandante paramilitare delle Autodifese unite della Colombia (Auc), è tornato oggi nel suo Paese, con la promessa di contribuire alla pace locale e senza "spirito revanscista".
In una lettera diffusa a Bogotà contemporaneamente al suo ritorno Mancuso, di famiglia italiana, ha assicurato di "non essere portatore di alcuno spirito di vendetta" e di "non avere conti in sospeso con nessuno".
Vengo - ha sottolineato - per soddisfare ile esigenze delle vittime (della guerra civile colombiana, ndr.) delle istituzioni dello Stato e della società in generale, affinché mi permettano, ancora una volta, di farne ancora parte".
Rientrato in Colombia su un volo commerciale insieme a decine di deportati dagli Usa, è stato trasferito in una prigione a Bogotá sotto un rigido regime di sicurezza.
In un primo tempo Mancuso aveva chiesto di trasferirsi in Italia, da dove venne suo padre, ma poi ha invece ha accettato l'offerta del presidente Gustavo Petro che gli ha proposto di trasformarsi in un 'gestore di pace' nell'ambito dell'attività della Giurisdizione speciale per la pace (Jep), tribunale costituito per esaminare i reati commessi dalle parti (guerriglia, paramilitari e forze armate) coinvolte negli anni della guerra civile colombiana. (ANSA).
Tornato in Colombia l'ex para Mancuso, sarà gestore di pace
Fu comandante delle Autodifese unite della Colombia (Auc)