(di Maurizio Salvi)
(ANSA) - ROMA, 17 MAG - La sua casa è in un villaggio del
Mato Grosso, nel cuore profondo dell'Amazzonia brasiliana. Ma,
da tempo, il suo palcoscenico è il mondo intero.
Questo lo ha spinto, un anno fa, a sfilare sul tappeto rosso
del Festival di Cannes, e a recarsi nel marzo scorso a Belém
dove il presidente francese Emmanuel Macron, accompagnato dal
collega brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva, gli ha consegnato
le insegne della Legione d'onore.
E ora una nuova occasione gli è stata offerta da papa
Francesco, che lo ha voluto fra i protagonisti del Vertice
internazionale 'Dalla crisi climatica alla resistenza climatica'
che si è concluso oggi nella Casina Pio VI della Città del
Vaticano.
Evocando l'incontro avuto con il pontefice, Raoni ha detto
all'ANSA: "Gli ho chiesto di far sapere chiaramente ai cattolici
che lo seguono in Brasile qual è l'orientamento della Chiesa sui
temi ambientali, perché a volte non sembrano aver recepito il
messaggio".
Esprimendosi nella lingua del popolo indigeno Mebengokre,
Raoni ha sottolineato che "intorno alle nostre terre in
Amazzonia si sta creando progressivamente un vuoto e non c'è più
niente di realmente protetto".
"Viviamo quasi su delle isole", e "come se non bastasse, c'è
gente che non si accontenta, che vuole attaccare anche le
riserve che abitiamo, mettendo in discussione la nostra
sopravvivenza".
Quanto accade, ha proseguito, "mi preoccupa perché le persone
che vivono nel mondo sviluppato non capiscono che questo è sì un
problema per noi, ma anche per loro".
Ora in Brasile, ha poi detto, "siamo di fronte a un 'mostro'
con due teste: da una parte gravi fenomeni di siccità nel nord
del Paese dove si moltiplicano gli incendi, e dall'altra la
tragedia delle alluvioni, come quella avvenuta di recente nel
sud brasiliano".
Soffermandosi sulle terre indigene, Raoni ha ricordato che
"quando Lula è diventato presidente mi ha promesso che le
avrebbe fatto chiaramente delimitare. Sto ancora aspettando che
avvenga. Certo, con il suo governo abbiamo rapporti migliori di
quando era al potere Jair Bolsonaro. Ma per il momento per noi
parole molte, ma fatti pochi".
Rivolgendosi al folto gruppo di esperti che lo ascoltava, e
che al termine dell'esposizione gli ha tributato l'unica
standing ovation del vertice, Raoni ha sostenuto che "il mondo
sviluppato sembra convinto dell'urgenza di lottare contro i
mutamenti climatici. Ma allora - ha aggiunto - bisogna che si
decida a finanziare subito gli strumenti per avviare i progetti
necessari, prima che sia troppo tardi".
Inutile ricordare, ha infine detto, che "noi non usiamo
normalmente soldi nelle nostre riserve. Il denaro, in grande
quantità, si usa nel mondo sviluppato. Ebbene, vi assicuro, è
giunto il momento di usarli per salvare la vita del pianeta".
(ANSA).
ANSA/ Leader indigeno Raoni, l'emergenza in Amazzonia è di tutti
'Papa Francesco mobiliti i cattolici e Lula passi ai fatti'
