America Latina

Caracas ad un passo da perdere Citgo reagisce, 'è un furto'

Il governo Maduro, 'non riconosceremo l'esito dell'asta forzata'

Redazione Ansa

(ANSA) - CARACAS, 17 GIU - Il governo di Nicolas Maduro "respinge con forza il processo di esproprio delle autorità Usa" del gioiello petrolifero venezuelano Citgo, con sede a Houston, affermando che la procedura giudiziaria di vendita forzata è "chiaramente contraria alla legge", definendola "un furto", e avvertendo che "non ne riconoscerà" il risultato. Le dichiarazioni arrivano mentre l'asta giudiziaria senza precedenti, per pagare 21,3 miliardi di dollari derivanti da espropri, debiti e inadempienze di Caracas, è entrata nella sua fase finale.
    "Citgo - lamentano le autorità venezuelane in una nota pubblicata su X - è un importante asset strategico della compagnia petrolifera nazionale Pdvsa. La sua vendita forzata costituisce un nuovo episodio della multiforme aggressione portata avanti dagli Stati Uniti contro il Venezuela".
    Il termine ultimo per la presentazione delle offerte per Citgo è scaduto la settimana scorsa, e la vendita dovrebbe essere completata il mese prossimo. Sette anni fa la società mineraria Crystallex aveva introdotto in un tribunale del Delaware la causa che ha portato alla vendita di Citgo, aprendo un precedente nell'applicazione dei lodi arbitrali internazionali, e incrinando l'immunità sovrana.
    Questo mese, anche i rappresentanti dell'opposizione politica venezuelana hanno chiesto al Congresso di sospendere l'asta per 60 giorni, fino al completamento delle elezioni presidenziali del 28 luglio.
    Citgo opera sotto la protezione degli Stati Uniti dal 2019, quando ha interrotto i legami con la società madre, la compagnia petrolifera statale venezuelana Pdvsa. Le sue tre raffinerie lavorano fino a 807mila barili di petrolio al giorno e l'azienda ha generato 5,26 miliardi di dollari di utili netti combinati negli ultimi nove trimestri. (ANSA).
   

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