(ANSA) - L'AVANA, 12 LUG - Tre anni dopo le storiche proteste
dell'11 luglio 2021 a Cuba, il governo locale continua la
"repressione" contro le voci dissidenti: è quanto denunciano
attivisti e oppositori del 'castrismo' al potere.
"Lo Stato reprime violentemente i cittadini per impedire
l'esercizio dei diritti che sono sanciti anche dalla
Costituzione", come quelli di "espressione, libertà di
movimento, libertà di associazione", ha affermato su YouTube la
docente universitaria Alina Bárbara López.
L'11 e il 12 luglio 2021, migliaia di persone sono scese
nelle strade gridando "Libertà" e "Abbiamo fame", nelle più
grandi manifestazioni registrate dal trionfo della rivoluzione
cubana nel 1959. Secondo i dati ufficiali dell'Avana, che accusa
Washington di aver orchestrato le proteste, circa 500
partecipanti sono stati condannati a pene fino a 25 anni di
prigione. In base alle le stime dell'ong Justicia11J, 607
persone sono tuttora in carcere. Sui social, l'organizzazione
per i diritti umani Cubalex, con sede a Miami, ha sottolineato
che questa settimana attivisti e dissidenti sono stati oggetto
di "molestie e minacce" da parte della "Sicurezza dello Stato".
(ANSA).
Attivisti, 'a Cuba continua la repressione del dissenso'
Ong:'Centinaia di manifestanti sono tuttora in carcere dal 2021'