America Latina

Il presidente di Cuba ammette: 'Sull'isola c'è corruzione'

E un sondaggio rivela: l'89% della popolazione in povertà estrema, il 91% disapprova il governo

L'Avana

Redazione Ansa

    Il presidente di Cuba, Miguel Díaz-Canel, ha ammesso che sull'isola caraibica si registrano casi di "corruzione" e di "elevata evasione fiscale", sia nel settore statale sia in quello privato, promettendo poi di "mettere ordine nel Paese".

    "La prima cosa che dobbiamo riconoscere è che c'è stata una mancanza di controllo e di attenzione, ed è per questo che tali problemi si sono accumulati", ha detto il capo dello Stato durante una riunione precedente alla sessione del Parlamento, che avrà luogo a partire da oggi.

    "C'è un deficit di bilancio, c'è un'elevata evasione fiscale, c'è una distorsione dei prezzi", ha sottolineato Díaz-Canel, secondo cui nella nazione sono presenti anche "inflazione, corruzione e aumento della criminalità".

    "I settori non statale e statale hanno entrambi delle responsabilità davanti alla società", ha concluso il presidente, in carica dal 2019. 
   

89% dei cubani è in povertà estrema, 91% disapprova la politica del governo

     L'89% della popolazione cubana vive in condizione di povertà estrema. Lo riferisce l'Osservatorio cubano per i diritti umani (Ocdh) - organizzazione di dissidenti con sede in Spagna - in occasione della pubblicazione del rapporto "Lo stato dei diritti sociali a Cuba". Il dato, riferisce l'Ocdh "è in aumento di un punto percentuale rispetto al 2022, evidenziando un continuo deterioramento delle condizioni di vita dei cubani".

    Secondo lo studio sette cubani su dieci hanno dichiarato di aver dovuto rinunciare a fare colazione, saltato il pranzo o cena a causa della mancanza di soldi o di cibo. Solo il 15% è riuscito a consumare tre pasti al giorno senza interruzioni".

    Non sorprende che "per il 72% dei cubani la crisi alimentare è il principale problema sociale da affrontare seguito da blackout elettrici (55%), inflazione e dal costo della vita (50%), scarsi salati (49%), sanità precaria e mancanza di medicine (21%) e corruzione (20%)".

    Il documento rivela anche un diffuso malcontento nei confronti del governo di Miguel Díaz-Canel. "La disapprovazione è aumentata di cinque punti percentuali e ha raggiunto la cifra record del 91%". 

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