America Latina

Alta tensione in Venezuela, Maduro: 'è in atto un piano di estrema destra made in Usa'

Manifestazioni in tutto il Paese. L'opposizione: 'Gonzalez oltre il 73%, abbiamo le prove'.Russia e Cina blindano il regime

Redazione Ansa

Sale col passare delle ore la tensione in Venezuela. Il presidente Nicolas Maduro, al centro delle denunce di brogli elettorali che gli sarebbero valsi la rielezione, gioca la carta del golpe e promette il pugno di ferro contro le manifestazioni, spostando l'obiettivo sugli atti vandalici e le contestazioni violente.

"E' in atto un colpo di Stato, un piano dell'estrema destra per una rivoluzione", come quelli di Capriles, Lopez" e Guaidò, ha denunciato il leader socialista mostrando le immagini della protesta mentre nel Paese si abbattono i monumenti iconici della rivoluzione bolivariana e si bruciano i ritratti dell'eterno comandante Chavez. "I fascisti - ha detto Maduro - vogliono iniziare un'escalation di terrorismo. Conosciamo questo modus operandi" che è già stato utilizzato "dall'estrema destra" nel tempo e "sappiamo come affrontare questa situazione".

Dietro questo piano, ha accusato, "ci sono i gringos", è un piano di destabilizzazione "made in Usa" per una "controrivoluzione violenta". Il "golpe", come l'ha chiamato Maduro a più riprese in una conferenza stampa fiume, diventa così la giustificazione per la repressione e gli arresti a tappeto. A dare il bollettino delle operazioni delle forze chaviste in tutto il Paese è stato il procuratore Alex Saab, che ha annunciato 749 arresti. E sono almeno quattro i morti e una cinquantina i feriti, secondo le ong in difesa dei diritti umani. Ma i numeri sono destinati a crescere perché, ha spiegato il presidente venezuelano, "li abbiamo filmati e li identificheremo tutti, e dovranno pagare", aggiungendo che in larga parte sono "gruppi di delinquenti armati e drogati, pagati 150 dollari al giorno, come loro stessi stanno già confessando".

Ormai il tema della discussione per Maduro non sono più le schede elettorali e le presunte manipolazioni del risultato delle consultazioni di domenica. Il Paese sta rapidamente scivolando nella violenza e in una stretta autoritaria che colpisce direttamente anche esponenti politici di spicco. Tra gli arrestati c'è anche il capo di Volontà Popolare, Freddy Superlano, alleato della leader dell'opposizione Maria Corina Machado e dell'ex ambasciatore Edmundo Gonzalez Urrutia, principale avversario di Maduro alle urne. 

Video Venezuela, attivisti abbattono una statua di Chavez

 

"Abbiamo grandiose informazioni da condividere. Voglio dire a tutti i venezuelani e democratici del mondo che abbiamo già il modo per provare la verità", ha affermato la leader dell'opposizione, Maria Corina Machado, in una conferenza stampa congiunta con l'ambasciatore Edmundo Gonzalez Urrutia, portabandiera della Piattaforma unitaria democratica alle elezioni che si sono tenute domenica.

Parlando per la prima volta da quando è stata ufficialmente indagata per frode elettorale, Machado ha detto che "le prove saranno rese disponibili già da stasera
attraverso un portale consultabili a tutti", e "costituiscono una prova matematica e incontrovertibile della vittoria" di Edmundo Gonzalez Urrutia, grazie ad un lavoro di 24 ore ininterrotte. "Le schede infatti, dopo essere state verificate e digitalizzate, sono state messe in un portale web robusto. Un portale a cui l'elettore venezuelano può accedere inserendo i propri dati personali e in cui potrà trovare la propria scheda, in modo tale che ciascun elettore potrà validare il proprio voto e vedere se corrisponde con quello che è stato inserito". "Ci sono già vari leader del mondo - ha detto la leader di opposizione - che stanno consultando questo portale, proprio
mentre stiamo parlando".

Video Alta tensione in Venezuela, scontri a Caracas

Superlano è stato portato via da un commando di uomini incappucciati, come mostrano le immagini di un video girato da un vicino di casa. "Maduro ha ordinato di massacrare i manifestanti nelle strade e ora sta arrestando l'opposizione", è stato l'allarme lanciato dal partito. L'ambasciata argentina a Caracas, dove da settimane sono rifugiati esponenti del coordinamento della campagna elettorale di Gonzalez, è stata invece invitata a smobilitare al più presto, come quelle di altri sei Paesi, ed oggi è stata anche lasciata senza corrente elettrica: un dettaglio che descrive bene l'aria che tira ormai nella capitale venezuelana, sempre più isolata dal resto del mondo. Gonzalez da parte sua ha espresso solidarietà ai manifestanti e chiesto clemenza alla polizia. Ma la retorica incalzante di Maduro lascia poco spazio alle illusioni. "Vi avevo avvertito sul bagno di sangue - ha detto ancora l'erede di Chavez - è quello che stanno cercando di fare. Ma io ristabilirò la pace".

L'organizzazione degli Stati americani nel frattempo ha convocato una riunione d'urgenza dopo aver pubblicato un comunicato in cui si denuncia una "manipolazione straordinaria" del voto. L'establishment socialista "ha applicato uno schema repressivo, accompagnato da azioni atte a distorcere completamente il risultato elettorale", si afferma, mentre i leader della regione guardano con profonda preoccupazione a quanto accade. C'è una fibrillazione di consultazioni tra le capitali. Joe Biden ha sentito il brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva, mentre il Cremlino ha esortato l'opposizione ad abbassare la testa. "Devono accettare la sconfitta" è stato il messaggio di Mosca. Mentre da Pechino Xi Jinping ha promesso a Maduro di portare la partnership tra i due Paesi alleati verso nuove vette. Il titolare della Farnesina Antonio Tajani invece la telefonata l'ha fatta alla Machado, "leader dell'opposizione al regime di Maduro", alla quale ha espresso "solidarietà e vicinanza al popolo venezuelano, auspicando che possano trionfare i valori legati alla libertà e alla democrazia".

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SCONTRI E ARRESTI A CARACAS

 

 

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