(ANSA) - NATAL, 13 AGO - La mafia italiana utilizzava arance
e società di comodo per facilitare il movimento e l'occultamento
di fondi illeciti provenienti da attività criminali
internazionali dal Brasile. E' emerso dalle indagini
dell'operazione Arancia, come è stata denominata l'azione
condotta dalla polizia e dalla Procura federale brasiliana col
supporto internazionale della Procura e della Guardia di Finanza
di Palermo, che ha portato all'arresto dell'imprenditore
originario di Bagheria (Palermo) Giuseppe Bruno.
Le indagini, iniziate nel 2022, hanno come obiettivo
un'organizzazione criminale sospettata di riciclare denaro per
la mafia italiana nel Rio Grande do Norte, dove si stima che i
mafiosi operino da quasi un decennio, si legge in un comunicato
della polizia federale brasiliana.
Gli inquirenti stimano che lo schema abbia investito non meno
di 300 milioni di real (circa 55 milioni di euro) in Brasile,
utilizzando questi fondi per acquistare proprietà e infiltrarsi
nei mercati immobiliari e finanziari del Paese.
Secondo le autorità italiane, tuttavia, il valore complessivo
degli asset investiti potrebbe superare i 500 milioni di euro,
ai valori attuali.
L'operazione ha portato all'esecuzione di un mandato di arresto
per un mafioso e di cinque mandati di perquisizione e sequestro
in tre Stati brasiliani: Rio Grande do Norte, Rio Grande do Sul
e Piauí.
Contemporaneamente, la Direzione Distrettuale Antimafia di
Palermo ha coordinato 21 perquisizioni in varie regioni d'Italia
e in Svizzera. Sono stati mobilitati oltre 100 agenti finanziari
italiani, alcuni dei quali si trovano in Brasile per assistere
l'esecuzione dei mandati a Natal.
I reati contestati sono associazione mafiosa, estorsione,
riciclaggio e trasferimento fraudolento di valori, con
l'aggravante del sostegno a note famiglie mafiose. Inoltre,
nell'ambito delle misure volte a smantellare lo schema e a
recuperare i beni finanziari, il Tribunale federale brasiliano
ha autorizzato il sequestro di beni immobili e il blocco dei
conti bancari associati agli indagati e alle società di comodo
coinvolte. Queste azioni mirano a garantire la riparazione dei
danni causati dalle attività illecite e a prevenire la
continuazione delle operazioni criminali.
Degna di nota in questo contesto - si sottolinea nella nota -
è la collaborazione internazionale attraverso la creazione di
una Squadra investigativa comune (SIC) nel 2022, che coinvolge
la Polizia federale, la Procura federale e le autorità
giudiziarie e di polizia italiane, con il supporto di Eurojust,
l'agenzia dell'Unione europea che facilita le indagini e i
procedimenti giudiziari che coinvolgono più Paesi, assistendo
nello scambio di informazioni e nella formazione di squadre
investigative comuni. (ANSA).
La mafia usava le arance per i traffici tra Italia e Brasile
Arrestato l'imprenditore Giuseppe Bruno, originario di Bagheria