America Latina

Al via processo a Londra per disastro ambientale in Brasile

Chiesto risarcimento record (42,8 miliardi) per i danni causati

Redazione Ansa

(ANSA) - RIO DE JANEIRO, 21 OTT - E' iniziato oggi presso l'alta corte di Londra il processo civile contro la compagnia anglo-australiana BHP, partecipante al 50% con la brasiliana Vale al consorzio Samarco che gestiva la miniera di ferro di Fundão a Mariana, collassata il 5 novembre 2015 causando il più grande disastro ambientale nella storia del Brasile.
    La causa avviata nel Regno Unito è considerata la più grande azione collettiva in un tribunale britannico - e tra le più grandi del mondo - sia per il valore del maxi risarcimento richiesto, 42,8 miliardi di euro, sia per il numero di richiedenti: in tutto 620 mila persone, 46 municipi, oltre 2000 aziende private e 65 istituzioni religiose. Tutte in misura differente vittime della tragedia nello stato del Minas Gerais causata dal cedimento del bacino di decantazione della miniera.
    Quel giorno, oltre 50 milioni di metri cubi di rifiuti tossici e fango si riversarono nella valle del Rio Doce, contaminando il fiume, spazzando via interi villaggi e causando 15 morti, 50 feriti e 19 dispersi, oltre a un danno incalcolabile per l'ambiente. Migliaia di animali morirono, centinaia di ettari di foresta tropicale nativa protetta furono devastati.
    I richiedenti - rappresentati dallo studio legale internazionale Pogust Goodhead - hanno trascinato in tribunale la Bhp accusando la società di negligenza. Sebbene consapevole dei rischi del crollo della diga - sostengono i legali e le vittime - non aveva fatto nulla per eliminare le criticità e ne aveva invece finanziato i lavori di ampliamento. Il processo avviato nel Paese dove ha sede l'azienda dovrebbe concludersi a marzo.
    La compagnia si difende affermando che attraverso la Fondazione Renova nata nel 2016 per compensare i danni causati, ha speso più di 7 miliardi di euro in assistenza finanziaria di emergenza, azioni di ricostruzione e indennizzi in favore di almeno 430mila persone (tra cui circa 200mila delle vittime costituite a Londra) e continua a lavorare con le istituzioni brasiliane per concludere un processo di risarcimento. Altre iniziative civili sono state avviate in tribunali di Australia e Paesi Bassi, mentre altri procedimenti penali sono ancora in corso in Brasile. (ANSA).
   

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