America Latina

La criminalità in America Latina ha impatto del 3,4% sul Pil

Lo afferma uno studio dell'Fmi e della Banca Interamericana

Redazione Ansa

(ANSA) - BUENOS AIRES, 12 NOV - La criminalità e la violenza rappresentano non solo un flagello per l'America Latina e i Caraibi, dove si conentrano un terzo degli omicidi commessi nel mondo, ma incidono negativamente anche sullo sviluppo ecnomico della regione .
    E' quanto afferma uno studio congiunto elaborato dal Fondo monetario internazionale (Fmi) e dalla Banca interamericana per lo sviluppo (Iadb) che stima in almeno 3,4 punti percentuali del pil complessivo l'impatto annuale di questo fenomeno sulla crescita, sugli investimenti, sulla produttività aziendale, sulla salute e sull'ambiente.
    Si tratta, si evidenzia nello studio, di una cifra equivalente al 78% del bilancio destinato all'educazione, al doppio delle spese destinate all'assistenza sociale e a dodici volte gli stanziamenti pubblici in ricerca e sviluppo.
    I costi diretti analizzati includono la perdita di capitale umano dovuta a omicidi, le spese per la sicurezza da parte delle aziende e la spesa pubblica per la prevenzione della criminalità ma lo studio considera anche i costi indiretti, come l'impatto sugli investimenti, sulla produttività aziendale, sulla salute, sull'ambiente, sul turismo e sulle migrazioni.
    Secondo l'Fmi una riduzione del tasso di omicidi in America Latina alla media mondiale (ciò che comporterebbe una diminuzione del 60%) implicherebbe automaticamente una crescita annuale dello 0,5%, e un incremento del 5% del Pil in 10 anni.
    Lo studio suggerisce quindi un approccio alla sicurezza centrato non tanto sull'incremento della spesa per l'ordine pubblico e la sicurezza quanto a politiche integrate che migliorino l'efficacia dei programmi sociali dell'accesso al lavoro e dello Stato di diritto. (ANSA).
   

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