America Latina

Maduro giura per un terzo mandato. L'opposizione: 'E' colpo di Stato'

Kallas, Meloni e Metsola sulla stessa linea: 'Non è un giuramento legittimo'. A Caracas l'unico presidente presente è il cubano Diaz-Canel

Maduro giura per terzo mandato da presidente in Venezuela

Redazione Ansa

     Il presidente del Venezuela, Nicolás Maduro ha giurato per un terzo mandato di sei anni, di fronte a Jorge Rodriguez, presidente dell'Assemblea nazionale, il Parlamento unicamerale di Caracas.

      Maduro ha giurato di "far rispettare tutti gli obblighi della Costituzione" e ha promesso che questo nuovo mandato presidenziale "sarà di pace, prosperità e nuova democrazia".

     Il leader ha giurato su una copia originale dell'attuale Costituzione, firmata da Hugo Chávez, fondatore della cosiddetta rivoluzione bolivariana. Pochi istanti dopo gli è stata consegnata la fascia presidenziale.

       "Il Venezuela non si colonizza né si domina, né con la diplomazia del bastone né con quella della carota. Faremo rispettare la Costituzione una e mille volte, come l'abbiamo fatta rispettare in questi anni. E' stato il comandante Chavez ad aprire la strada" e seguiremo su questo percorso "perché noi siamo costituzionalisti" . ha detto Maduro, nel corso della cerimonia di insediamento.

      "La storia del Venezuela si continuerà a scrivere in modo determinante. I codardi non li rispetta nessuno nel mondo: guardate cosa sta accadendo col Canada e con Panama. Chi si piega all'imperialismo viene picchiato e bruciato: hanno fatto un patto con il diavolo", ha proseguito Maduro , sottolineando di aver rispettato la Costituzione nazionale e che il Paese è in pace "nel pieno esercizio della sua sovranità popolare, della sua indipendenza nazionale".

     "Il potere che ho, che rappresento, mi è stato dato dalla Costituzione. Questi simboli non mi sono stati dati da un governo straniero, né dal governo degli Stati Uniti o dai filo-imperialisti della destra latinoamericana, il mio potere emana dalla storia e dal popolo", ha indicato.

     Il leader chavista ha anche  promesso "cambiamenti radicali" nel Paese attraverso l'approvazione del "Piano delle sette trasformazioni", strategia di sviluppo già anticipati nei mesi scorsi.

     In un discorso infuocato dedicato principalmente difendere il suo potere, Maduro ha fornito alcuni dettagli del piano. La prima serie di iniziative annunciate ha l'obiettivo di costruire "un nuovo modello economico nazionale, produttivo, diversificato e autosufficiente".

     "Già produciamo cibo, cemento, vestiti, tecnologia e tutto ciò di cui abbiamo bisogno qui, con il supporto dei nostri fratelli maggiori, Cina, Russia e India", ha affermato. Al secondo punto il capo dello Stato ha citato "la costruzione di città umane in cui vivere bene grazie al recupero e il pieno sviluppo di tutti i servizi pubblici, delle infrastrutture e dei trasporti". Terza linea di intervento mira a "consolidare i meccanismi di sicurezza" che garantiscono la sicurezza, la difesa e la pace del Paese, "l'unità e l'integrità territoriale e lo sviluppo di tutti i meccanismi di fusione popolare, militare e di integrazione".

     Al quarto punto Maduro ha indicato riforme nelle politiche sociali per produrre "la massima felicità della società", attraverso la costruzione di tre milioni di abitazioni e lo sviluppo di importanti programmi in favore di donne, studenti e anziani. Maduro ha poi annunciato interventi per migliorare "democrazia e potere popolare" e per favorire lo sviluppo di un'economia verde". In ultimo il presidente ha parlato dell'impegno internazionale per "promuovere l'emergere del nuovo mondo multipolare e multicentrico" con il Venezuela "in prima linea nella nuova geopolitica di pace e trasformazione del mondo, insieme ai Paesi del Brics". 

     La televisione di Stato, che ha trasmesso la cerimonia in diretta e sui media aperti e digitali, ha mostrato le immagini di una manciata di sostenitori chavisti radunati intorno al palazzo legislativo nel centro di Caracas, sotto strette misure di sicurezza militari e di polizia

    Sono circa cento le rappresentanze diplomatiche di vari Paesi, soprattutto africani e caraibici, arrivate in Venezuela per l'insediamento di Nicolás Maduro per il terzo mandato presidenziale. Finora l'unico capo di Stato presente è il presidente di Cuba, Miguel Díaz Cancel, il cui arrivo è stato trasmesso in diretta dalla televisione di Stato venezuelana.

     Il presidente della Duma di Stato russa (camera del Congresso), Vyacheslav Volodin, è arrivato dalla Russia per conto del presidente russo Vladimir Putin, riferiscono i media pro-Chávez Telesur e Venezolana de Televisión. La Cina ha inviato un rappresentante parlamentare, Wang Dongming, per conto del presidente Xi Jinping, secondo quanto annunciato dal ministero degli Esteri cinese.

     Sono arrivati anche il primo ministro di Antigua e Barbuda, Gaston Browne, il presidente del parlamento di Santa Lucia, Claudius Francis, e da Grenada, Dennis Cornewall, ministro delle infrastrutture, e Adrian Thomas, ministro del turismo. Secondo fonti ufficiali, il resto dei partecipanti sono funzionari politici di medio livello o autorità di forum politici come l'Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio (Opec), il cui segretario generale, Haitham Al-Ghais. Ieri sera erano arrivate le delegazioni di Algeria, Repubblica Araba Saharawi, Antigua e Barbuda, Santa Lucia e Grenada, e l'algerino Ibrahim Boughali, presidente dell'Unione interparlamentare araba.

     Alla cerimonia è presente anche l'ex presidente dell'Honduras, Manuel Zelaya (2006-2009), ora consigliere del presidente del Paese, Xiomara Castro. Si registrano anche gli arrivi di delegazioni di partiti politici del Congo, del Messico, del Forum di San Paolo e rappresentanti dei giovani di Argentina, Brasile, Cile, Colombia e di altre nazioni dell'America Latina e dei Caraibi, secondo quanto riportato da Telesur. Il Ministro Gil ha anche rilasciato delle fotografie con le delegazioni di Nigeria, Mali, Burkina Faso, Uganda, Serbia e Bielorussia

    L'opposizione, che rivendica la vittoria del suo candidato Edmundo Gonzalez Urrutia alle elezioni presidenziali di luglio, ha definito l'insediamento di Nicolas Maduro per il terzo mandato un "colpo di Stato".

    "Un colpo di Stato è stato compiuto", ha affermato la principale coalizione di opposizione, Plataforma Unitaria, in una dichiarazione pubblicata sui social media. La coalizione ha parlato di "usurpazione del potere da parte di Nicolas Maduro (...), sostenuto con la forza bruta e ignorando la sovranità popolare espressa con forza il 28 luglio".

Kallas, Meloni e Metsola: 'Non è un giuramento legittimo'

      "Nicolás Maduro non ha la legittimità di un presidente democraticamente eletto". Lo afferma una dichiarazione dell'alto rappresentante Ue Kaja Kallas a nome dei 27 Paesi dell'Unione Europea.

    "L'Ue - nota Kallas - sostiene il popolo venezuelano nella sua difesa della democrazia. Le nuove sanzioni colpiscono le persone che minano la democrazia e i diritti umani. Continueremo a lavorare con tutti i venezuelani per una soluzione democratica della crisi". 

  "Le notizie che arrivano dal Venezuela rappresentano un altro inaccettabile atto della repressione del regime di Maduro, di cui non riconosciamo la proclamata vittoria elettorale. Intendiamo continuare a lavorare per una transizione democratica e pacifica. Le legittime aspirazioni di libertà e democrazia del popolo venezuelano devono finalmente trovare realizzazione". Così in una nota la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

   "E' necessario restituire il Venezuela al popolo. Maduro dovrebbe affrontare la giustizia, non prestare un giuramento illegittimo. La libertà deve prevalere. Il Venezuela sarà libero." Lo scrive su X la presidente dell'Eurocamera Roberta Metsola nel giorno dell'insediamento del presidente venezuelano Nicolas Maduro e all'indomani dell'arresto lampo della leader dell'opposizione, Maria Corina Machado.

       Il Consiglio Ue - si legge in una dichiarazione separata - ha deciso di prorogare le misure restrittive in considerazione della situazione in Venezuela per un altro anno, fino al 10 gennaio 2026. Inoltre, il Consiglio ha reintrodotto le restrizioni di viaggio applicate a quattro persone, che erano state temporaneamente sospese nel maggio 2024 con l'obiettivo di promuovere l'organizzazione di elezioni inclusive, credibili e competitive in Venezuela nel luglio 2024.

      Alla luce, poi, degli sviluppi post elettorali in Venezuela e della mancanza di progressi verso un dialogo guidato dal Venezuela che porti al ripristino della democrazia e dello Stato di diritto, e in considerazione della persistente grave situazione dei diritti umani nel Paese, il Consiglio ha deciso di adottare misure restrittive anche nei confronti di altre 15 persone.

     "Si tratta di membri del Consiglio elettorale nazionale del Venezuela (CNE), del sistema giudiziario e delle forze di sicurezza", si legge. Questa decisione porta a 69 il numero totale di persone soggette a sanzioni, che includono il congelamento dei beni e il divieto di fornire fondi o risorse economiche sia direttamente che indirettamente alle persone elencate. Inoltre, sono soggetti a divieti di viaggio nell'Unione Europea.

Frontiere chiuse prima della cerimonia

   Il Venezuela ha chiuso i suoi confini con la Colombia per 3 giorni, in coincidenza con l'insediamento di Nicolas Maduro. Lo annuncia il governatore locale, che denuncia un "complotto internazionale" per "rovesciare" il presidente, la cui rielezione viene contestata da molte cancellerie occidentali e latinoamericane.

    "Abbiamo informazioni su un complotto internazionale per disturbare la pace dei venezuelani" e "ordiniamo, su istruzioni del presidente Nicolas Maduro, la chiusura della frontiera con la Colombia", ha dichiarato Freddy Bernal, governatore regionale di Tachira. La chiusura è iniziata alle 5:00 locali (10:00 italiane).

   La Ong venezuelana Foro Penal, impegnata nella difesa dei diritti umani nel Paese caraibico, ha segnalato l'arresto di almeno 17 persone durante le proteste contro il governo di Nicolás Maduro, avvenute ieri in diverse regioni del Venezuela.

    Secondo le informazioni diffuse dal vicepresidente dell'organizzazione, Gonzalo Himiob, gli arresti compiuti dalle forze chaviste sono avvenuti negli stati di Zulia (cinque), Distretto Capitale (uno), Carabobo (due), Lara (uno) , Trujillo (uno), Portuguesa (uno) e Yaracuy (tre). Foro Penam ha invitato i cittadini a segnalare eventuali casi simili tramite i canali di contatto disponibili. "Il nostro centro reclami è disponibile a ricevere segnalazioni di violazioni dei diritti umani al fine di fornire assistenza legale gratuita a chiunque ne abbia bisogno", ha aggiunto Himiob sui social.

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