America Latina

'In Venezuela troppi prigionieri politici ancora in isolamento'

Parenti e amici protestano davanti al Difensore civico a Caracas

'In Venezuela troppi prigionieri politici ancora in isolamento'

Redazione Ansa

(ANSA) - CARACAS, 12 FEB - In Venezuela, un gruppo di parenti e amici di prigionieri politici si è recato all'ufficio del Difensore civico di Caracas, controllato dal 'chavismo' al potere nel Paese caraibico, per chiedere la fine dell'isolamento dei dissidenti incarcerati da mesi, senza diritto di visita o di accesso ad avvocati difensori. Parallalemente, i legali dell'attivista per i diritti umani Rocío San Miguel, che è in una cella d'isolamento da un anno, si sono rivolti alla giustizia per sollecitare una misura umanitaria.
    San Miguel, noto avvocato ispano-venezuelana e direttrice della ong Control Ciudadano, ha riportato la frattura di un braccio e necessita di un intervento chirurgico. I suoi difensori - che sostengono di non aver potuto farle visita, né di aver avuto accesso al fascicolo del suo caso - chiedono una misura precauzionale che le consenta di essere seguita da personale medico di sua fiducia, di ricevere cure postoperatorie e di completare il percorso riabilitativo.
    Si tratta di una situazione simile a quella di centinaia di altri prigionieri politici ai quali il governo del presidente de facto venezuelano Nicolas Maduro assegna difensori d'ufficio che non vanno mai contro i suoi ordini.
    I membri del Comitato per la libertà dei prigionieri politici hanno esposto striscioni e manifesti alle porte dell'ufficio del difensore civico in segno di protesta.
    "I nostri parenti, prigionieri politici, sono sottoposti a un isolamento disumano: nessun diritto alle visite, nessuna chiamata e nessun contatto con il mondo esterno. L'isolamento prolungato è una forma di tortura. Ci negano il diritto di vederli e ascoltarli. Continueremo ad alzare la voce finché non sarà fatta giustizia", ;;affermano i parenti, per lo più donne, nei loro messaggi pubblicati sui social.
    In diversi video, i parenti, per lo più mogli, figlie o sorelle, espongono casi come quello dell'ex deputato italo-venezuelano Américo de Grazia, che non riceve visite da più di sei mesi, o di un altro politico italo-venezuelano, Freddy Superlano, che ha trascorso 196 giorni in isolamento e senza diritto alla difesa, secondo sua moglie Aurora Silva.
    Nessuno di questi reclusi, come decine di altri vagamente accusati di "terrorismo", è stato processato. In molti casi, anzi, non si sono nemmeno tenute udienze preliminari, affermano i parenti. (ANSA).
   

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