(di Ilaria Maria Sala)
Domenica Hong Kong va alle urne per le prime elezioni legislative dopo il Movimento degli Ombrelli del 2014, un grande movimento di protesta che voleva il suffragio universale.
Due anni dopo, si presentano alle urne i partiti tradizionali - divisi fra gruppi pro-democrazia, invisi a Pechino, e gruppi pro-governo, che cercano di arginare lo scontento popolare nei confronti delle politiche cinesi verso Hong Kong. Ma ci sono anche i nuovi partiti politici emersi dal Movimento degli Ombrelli, caratterizzati da gruppi cosiddetti "localisti" e candidati che fanno campagna per l'indipendenza di Hong Kong dalla Cina.
Uno sviluppo inaspettato, dato che nel 1997, quando la Gran Bretagna cedette la sovranità di Hong Kong alla Cina, la popolazione locale non aveva alcuna aspirazione indipendentista. Dopo meno di venti anni sotto la sovranità di Pechino, però, la graduale erosione dei diritti civili e politici a Hong Kong è tale che le spinte indipendentiste guadagnano terreno.
Ma la popolazione appare così polarizzata e divisa che i sondaggi pre-elettorali non hanno finora fornito dati conclusivi attendibili. Le elezioni di domenica dovranno dunque stabilire la composizione del Consiglio Legislativo - il mini-parlamento di Hong Kong - che viene però eletto con un sistema bizantino ben lontano da quel suffragio universale che era stato chiesto dai manifestanti.
I 70 seggi del parlamento sono infatti riempiti per metà da parlamentari eletti tramite voto corporativo, e solo 35 di loro sono eletti dal voto popolare. Non a caso, la rete televisiva americana CNN ha definito le elezioni di Hong Kong come "le più complicate al mondo". Martin Lee, fondatore del Partito Democratico di Hong Kong, ha infatti commentato che "queste elezioni segnano un importante passaggio generazionale". "Infatti - ha spiegato - i veterani del movimento per la democrazia come me, passano ora la staffetta ai giovani attivisti del Movimento degli Ombrelli, ma l'ostacolo resta lo stesso: l'avversione di Pechino per la democrazia e le riforme politiche".
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