Migliaia di cattolici sono scesi in piazza oggi nella capitale delle Filippine contro il presidente Rodrigo Duterte, rispondendo all'appello della Chiesa, sempre più in rotta di collisione con il capo di Stato sulla questione della pena di morte che Duterte intende ripristinare e contraria all'uso indiscriminato della violenza nella lotta alla droga. In corteo nelle strade di Manila si sono visti tra i 10mila e i 20mila filippini, che hanno marciato innalzando cartelli con scritte come 'Scegliete la vita', 'No alla pena di morte', e scandendo slogan contro il presidente e contro la sua politica del pugno duro che, nell'ambito di un'enorme campagna anti-droga, dalla sua elezione nel maggio 2016 ha già provocato la morte di più di settemila persone. Gli osservatori hanno sottolineato che quella di oggi è la più imponente manifestazione di protesta nel principale Paese cattolico dell'Asia da quando Duterte si è insediato. Moltissimi gli esponenti della Chiesa cattolica presenti. Tra loro l'arcivescovo Socrates Villegas, presidente della conferenza dei vescovi filippini, e il cardinale di Manila, monsignor Luis Antonio Tagle. Tutti contrari alla pena di morte che Duterte vorrebbe introdurre già tra un mese e ai sistemi usati nella guerra contro i trafficanti di droga, ma mai fino ad oggi scesi apertamente in campo per criticare il presidente. Recentemente i vescovi avevano espresso profonda preoccupazione per tutte le persone uccise da esercito e polizia in quanto collegate in qualche modo al mondo della droga, ma si erano limitati a far leggere un documento nelle chiese. Quello di oggi è stato quindi un salto di qualità considerevole con l'arcivescovo che ha affermato a chiare lettere "il diritto per chiunque di essere giudicato da un tribunale in base alla legge" senza diventare vittima di "omicidi extragiudiziali". "Non possiamo insegnare - ha aggiunto - che uccidere è sbagliato e nello stesso tempo uccidere coloro che uccidono". Trent'anni fa la Chiesa cattolica aveva avuto un ruolo determinante nel mobilitare i filippini contro l'allora dittatore Ferdinando Marcos, poi costretto all'esilio.
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