Alibaba torna nella bufera, questa volta non per motivi antitrust o per la stretta Internet decisa da Pechino, ma per un caso di violenza sessuale. Il colosso dell'e-commerce fondato da Jack Ma ha licenziato il manager accusato di aver abusato di una dipendente, spingendo il Ceo Daniel Zhang a intervenire e a chiedere, a tutela della reputazione della società, un "cambiamento radicale" dopo l'incidente definito "vergognoso".
La vicenda è emersa durante il fine settimana, quando un'impiegata ha scritto un post sull'intranet di Alibaba accusando il suo supervisore Wang Chengwen e un cliente dell'azienda di aggressione sessuale: le accuse sono diventate virali quando il post è stato successivamente condiviso su Weibo, la piattaforma di social media cinese simile a Twitter.
La donna ha sostenuto che Wang l'abbia costretta a bere in una cena di lavoro a Jinan a fine luglio, aggiungendo di essersi svegliata la mattina nuda nel suo letto nella sua stanza d'albergo. Ha raccontato di ricordare vagamente Wang che la baciava e la toccava la sera prima.
Il manager ha ammesso gli "atti intimi" con una dipendente ubriaca, secondo una lettera inviata ai dipendenti dal numero uno di Alibaba, Daniel Zhang, che ha assicurato che il manager licenziato "non sarà mai più riassunto. Se ha commesso stupro o atti osceni che violano la legge sarà determinato dalle forze dell'ordine", ha scritto nella missiva.
La vicenda va ad alimentare il movimento MeToo in Cina, dove non è decollato come negli Stati Uniti e in altre parti del mondo, ma ha iniziato a prendere piede più di recente dopo che la pop star sino-canadese Kris Wu, negando le accuse, è stata accusata di stupro ed è finita in stato di detenzione a Pechino su disposizione della polizia.
Alibaba nella bufera, licenzia manager per violenza sessuale
Su una dipendente, 'denunciati abusi dopo una cena di lavoro'