Pechino passa al contrattacco e protesta con Usa e Giappone per le rapide congratulazioni inviate sabato a William Lai, vincitore a Taiwan delle elezioni presidenziali. L'isola considerata ribelle "fa ancora parte della 'Unica Cina'" a dispetto del voto che ha premiato il candidato del Partito democratico progressista (Dpp), su posizioni autonomiste.
L'indipendenza, in altri termini, "è un vicolo cieco. La Cina alla fine completerà la riunificazione e Taiwan tornerà nell'abbraccio della madrepatria. Riteniamo che la comunità internazionale continuerà a sostenere la giusta causa del popolo cinese che si oppone alle attività separatiste e lotta per la riunificazione nazionale basata sul principio dell'Unica Cina", ha concluso Wang, citando ancora il principio per il quale c'è soltanto una Cina al mondo di cui Taiwan è parte "inalienabile".
Il day after elettorale ha visto il Dragone impegnato a minimizzare il fattore Lai e a protestare per le congratulazioni inviate con estrema velocità da diversi Paesi al presidente eletto, mettendo nel mirino soprattutto i capi delle diplomazie di Usa e Giappone, per ricordare i legami indissolubili tra Taipei e la Repubblica popolare.
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