Il governo sudcoreano ha invitato i giovani medici in sciopero al dialogo, mentre si avvicina la scadenza dell'ultimatum sul ritorno al lavoro: in caso contrario, Seul ha minacciato il ricorso alle azioni legali per il blocco dei servizi di pubblica necessità che hanno gettato nel caos gli ospedali in tutto il Paese.
Il vice ministro della Sanità, Park Min-soo, ha riferito di aver contattato i medici coinvolti nella protesta allo scopo di incontrarli nel corso della giornata, pur tra le incertezze legate alla possibile adesione.
Il ministero della Sanità ha riferito che quasi 10.000 tirocinanti (9.997 in tutto) - circa l'80% della forza lavoro in formazione - hanno rassegnato le dimissioni e hanno lasciato il lavoro la scorsa settimana contro i piani governativi che puntano ad aumentare di oltre 2.000 unità annue le ammissioni alle facoltà di medicina. I dottori, invece, hanno contestato il progetto, giudicandolo in grado di danneggiare la qualità del servizio. Mentre l'Associazione medica coreana (Kma) ha criticato le "tattiche intimidatorie" messe in campo dal governo.
Gli analisti, tuttavia, hanno obiettato che il braccio di ferro potrebbe durare intrecciandosi con le prossime elezioni legislative del 10 aprile. La linea dura del governo potrebbe rivelarsi vantaggiosa visti i consensi in aumento verso la sua zione: secondo i sondaggi, fino al 75% degli intervistati sostiene le riforme e il presidente Yoon Suk-yeol, che ha adottato la posizione intransigente, ha visto un'impennata nel suo indice di gradimento personale.
Corea del Sud, governo invita i medici in sciopero al dialogo
Scade oggi l'ultimatum per tornare al lavoro ed evitare sanzioni