(di Giuseppe Agliastro)
La guerra in Ucraina orientale si macchia del sangue di un altro giornalista: il cameraman della tv pubblica russa Anatoli Klian. E intanto - mentre Mosca punta il dito contro Kiev per la morte del reporter e annuncia
un'inchiesta sull'accaduto - resta un mistero se verrà rinnovata o meno la fragile tregua che scade stasera alle 22 (le 21 in
Italia).
A est mortai e kalashnikov hanno infatti continuato a sparare anche oggi, nonostante il cessate il fuoco in atto sulla carta
da dieci giorni e costantemente minato dai combattimenti. Secondo l'Eliseo, comunque, lo 'zar' russo Vladimir Putin e il
presidente ucraino Petro Poroshenko "si sono intesi per lavorare" all'adozione di "un accordo su un cessate il fuoco
bilaterale" tra le truppe di Kiev e i separatisti filorussi dopo un'ennesima "lunga conversazione telefonica" a quattro con il
presidente francese Francois Hollande, e la cancelliera tedesca Angela Merkel.
Ma manca ancora la conferma di Poroshenko, che in serata ha denunciato che "purtroppo i punti di accordo raggiunti durante
il precedente colloquio a quattro non sono stati rispettati" e che deve anche fare i conti con una larga fetta della
popolazione ucraina che non vuole saperne di trattative con separatisti e che ieri ha organizzato a Kiev una manifestazione
a cui hanno partecipato migliaia di persone contro una tregua durante la quale finora, secondo il ministero degli Esteri
ucraino, hanno perso la vita 27 militari. La decisione finale arriverà dopo una riunione del Consiglio di sicurezza, ma da Parigi, Berlino e Mosca ci sono segnali incoraggianti dopo il colloquio telefonico tra i quattro leader. Il Cremlino si é infatti detto d'accordo a permettere alle Guardie di frontiera ucraine e agli osservatori Osce di accedere
al lato russo del confine per un controllo congiunto della frontiera, da dove secondo Kiev gruppi armati di miliziani
separatisti giungono continuamente in territorio ucraino. Ma tra i punti di convergenza c'é anche la liberazione dei prigionieri.
Mentre Putin insiste perche' si svolga al piu' presto il terzo round dei negoziati tra i rappresentanti di Kiev, Mosca, Osce e
dei separatisti.
A inasprire le già infuocate relazioni bilaterali tra Russia e Ucraina é però arrivata l'uccisione, nella notte, del cameraman del primo canale della tv pubblica russa Anatoli Klian nei pressi di Donetsk. Anatoli, 68 anni, si trovava a bordo di un pullman assieme ad altri giornalisti quando e' stato colpito mortalmente al ventre da dei proiettili. L'autista e' rimasto
ferito. I reporter, accompagnati da un gruppo di miliziani, stavano andando verso una postazione dei militari ucraini, dove
- da quello che raccontano i media - le madri di alcuni soldati erano pronte a manifestare contro l'operazione e a reclamare
indietro i propri figli. Una sorta di "spettacolo" mediatico organizzato dai separatisti che é però finito in tragedia.
Mosca ha subito puntato il dito contro Kiev dichiarando che la morte di Klian - il quinto giornalista che perde la vita in
Ucraina dall'inizio del conflitto - "è un'altra prova convincente che le autorità ucraine non vogliono una
de-escalation" delle violenze.
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