"Ciò che stiamo vedendo qui non è accettabile per un paese europeo". Valeria Verdolini, quando risponde al telefono, si trova alla stazione ferroviaria di Budapest.
Valeria sa bene che quel che stanno facendo potrebbe avere delle conseguenze anche gravi. Proprio mentre rilascia l'intervista all'ANSA, la polizia ungherese mette in guardia i volontari che rischiano l'accusa "di traffico di esseri umani" nel caso decidessero di trasportare a bordo delle proprie auto i migranti. Da sociologa del Diritto presso la Statale di Milano - ma anche parte del collettivo che ha scritto e prodotto il documentario 'Io sto con la Sposa', che giusto un anno fa veniva presentato alla mostra del cinema di Venezia - è consapevole dei rischi e infatti non è sicura come gli organizzatori dell'iniziativa vorranno muoversi. "Se si ripartirà insieme, parte di un numeroso convoglio impegnato in un'azione di disobbedienza civile - riflette - allora sarà più difficile per la polizia...". In caso contrario, se prevarrà la tesi del rientro alla spicciolata, "sarà da capire come affrontare la situazione". Anche perché i numeri sono imponenti. "Qui - dice - lo scenario è drammatico, anche volendo è chiaro che non potremo portarli indietro tutti".
Tutto vano dunque? Al contrario, il muro del silenzio sta finalmente crollando. "Credo - spiega - che l'Europa in questo momento ci stia chiedendo da che parte stare e credo che sia legittimo farsi carico, da europei, di un'accoglienza differente e non commuoversi e basta". Fuori tempo massimo, tra l'altro, visto che il conflitto in Siria imperversa dal 2011 ma è come se "l'Italia e l'Europa" se ne siano accorti solo oggi. Tanto è vero che la polizia austriaca si è dimostrata "disponibile" nei confronti del corteo - 140 automobili, con equipaggi prevalentemente austriaci - "dirigendo il traffico" e quindi agevolando la partenza. Poi il convoglio si è separato una volta passata la frontiera, con un troncone che si è diretto a Gyor, verso la superstrada dove stanno marciando i migranti, e un altro che ha puntato su Budapest, alla stazione.
Qui, alla fine del viaggio, l'epicentro della crisi di questi giorni. E altre decisioni da prendere, visto le minacciose dichiarazioni della polizia ungherese. Che fare?
Migranti: Io, italiana nel corteo Vienna-Budapest, "commuoversi non basta"
Valeria Verdolini nel convoglio di volontari che è andato a raccogliere per i migranti