Parlerà prima del tradizionale discorso di Natale della Regina. Per lanciare, dalla tv inglese Channel4, il suo appello al mondo: "aprite le porte ai siriani" perchè non "siano più umiliati". Il papà di Aylan, il piccolo trovato morto sulla spiaggia di Bodrum e diventato il simbolo mondiale della tragedia dei migranti, spiegherà - secondo quanto anticipato - che "abbiamo paura per i nostri figli e per il nostro onore. Ci sono i barili bomba, le esplosioni e anche il Daesh (l'Isis). Abbiamo centinaia di migliaia di problemi", insistera' invocando aiuto e solidarieta'. Quanto meno per chi e' ancora vivo. E ricorderà - mentre anche oggi si registra l'ennesimo tragico naufragio e altre piccole vite stroncate nelle acque dell'Egeo - quel suo bambino, insieme al fratellino e alla mamma che è riuscito a seppellire nella sua terra.
"Sono felice" di questo, dirà Alan Kurdi che ha ormai rinunciato a emigrare e ha trovato asilo a Erbil, fra i curdi dell'Iraq. Ma il suo appello riguardera' tutti i connazionali: "aprite le porte" ai profughi della Siria affinche' non si "sentano piu' umiliati: in questo momento dell'anno - dirà nel giorno simbolo della cristianità - vorrei chiedere a tutti voi di pensare al dolore dei padri, delle madri, dei bambini che cercano pace e sicurezza. Noi chiediamo un po' di compassione". Alan Kurdi è stato scelto quest'anno per il messaggio 'alternativo' di Natale che la tv britannica Channel 4 trasmette ormai da diversi anni - prima di quello tradizionale della regina - per Natale. Un 'compito' negli anni scorsi cui sono stati chiamati diversi personaggi, dal reverendo Jesse Jackson a Edward Snowden, passando per William Pooley, un infermiere inglese sopravvissuto a Ebola, e persino - nel 2008 - al controverso ex presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad.
Un messaggio di speranza affinchè la "guerra in Siria finisca e che la pace regni in tutto il mondo" e per non dimenticare Aylan, il suo fratellino e tanti altri bambini che hanno perso la vita alla ricerca di un mondo migliore e più sicuro. Come quelli che anche oggi sono morti nell'Egeo nell'ennesimo naufragio, in un'altra di quelle tragedie del mare di cui si è perso il conto. Ma che solo quest'anno, secondo dati recenti, hanno contato quasi 3.700 vittime nel Mediterraneo. Stamattina una barca di plastica con 25 persone a bordo proveniente dalla Turchia è naufragata al largo delle isole greche: 13 perone sono affogate e tra loro anche sette bambini. Sette altri piccoli 'Aylan'
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