Evitare l'effetto contagio, per salvare Schengen, sempre più in crisi di fronte alla pressione migratoria. Dopo la stretta sui controlli alle frontiere interne di Svezia e Danimarca il rischio epidemia si fa più reale e la Commissione Ue invita i rappresentanti dei governi di Stoccolma, Copenaghen e Berlino ad una riunione d'urgenza, domani a Bruxelles, per "coordinare al meglio la gestione comune" dei flussi tra i Paesi coinvolti. "Schengen è sotto pressione" ammette il portavoce dell'esecutivo comunitario Margaritis Schinas, ma "stiamo lavorando per riportare la situazione alla normalità attraverso una serie di misure" per "difendere in modo più efficace le frontiere esterne", come il piano d'azione con la Turchia e la proposta sull'agenzia europea di guardacoste e guardie di frontiera. Però "nessuno ha la bacchetta magica" avverte, perché la situazione "è complessa ed in rapida evoluzione". Forse troppo rapida di fronte ad un insieme di azioni che richiederanno comunque svariati mesi per essere attuate. Mentre altre iniziative, nonostante gli sforzi di Bruxelles, non decollano. E' il caso dei ricollocamenti di siriani ed eritrei: gli ultimi dati (4 gennaio) rivelano che da settembre i trasferimenti dall'Italia sono stati 190 su 39.600 e dalla Grecia 82 su 66.400. Mentre sono 683 i migranti rimpatriati. Intanto Berlino torna a suonare il campanello d'allarme. Questa volta è il ministro degli Esteri Frank-Walter Steinmeier a mettere in guardia. "Spero di no, ma vedo bene il pericolo", afferma in un'intervista alla Bild. "In Europa dobbiamo mirare tutti allo stesso scopo: trovare una soluzione comune per il flusso di profughi e proteggere le frontiere esterne". Alla riunione, convocata dal commissario Ue all'Immigrazione Dimitris Avramopoulos parteciperanno il ministro svedese all'Immigrazione e alla Giustizia Morgan Johansson, quello danese all'Immigrazione e integrazione Inger Stojberg e il segretario di Stato agli Affari interni del governo tedesco Ole Schroeder. Durante l'incontro si parlerà della "proporzionalità" delle misure varate e dell'effettivo "pericolo" che il flusso dei migranti costituisce per la sicurezza, invocato dai Paesi. In particolare, i servizi della Commissione Ue stanno analizzando le basi legali della nuova legge entrata in vigore in Svezia, che obbliga le compagnie di trasporto ad effettuare controlli sull'identità dei viaggiatori. La misura era stata adottata il 18 dicembre e ieri è stata attuata. D'altra parte a dicembre Copenaghen aveva informato Bruxelles che in caso dell'entrata in vigore della misura in Svezia, avrebbe ripristinato i controlli alle frontiere. Nella sua lettera a Bruxelles Stojberg ha fatto presente di aver preso la decisione anche "a causa delle misure messe in atto dagli Stati vicini ed in particolare quelle della Svezia". Ma mentre l'Ue si blinda, nell'Egeo si continua a morire. Almeno 34 cadaveri sono stati trovati sulla costa turca dopo il naufragio di due gommoni. Tre di questi bambini. Mentre un neonato di 4 mesi, è morto di freddo.
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