"Morte ai traditori, Gran Bretagna libera": sono state le prime parole che Tommy Mair, l'uomo incriminato per la brutale uccisione della deputata laburista Jo Cox, ha rivolto ai giudici della Westminster Magistrates Court che gli chiedevano di dire il suo nome. L'uomo, comparso in tribunale per la formalizzazione delle imputazioni a suo carico, è stato quindi messo a tacere. Lo riferisce l'Independent online.
E' doppia l'incriminazione a carico di Mair, contro il quale la polizia britannica ha formalizzato nelle ultime ore l'accusa di omicidio volontario per l'aggressione mortale contro la deputata laburista. L'uomo - vicino a gruppi dell'estrema destra inglese - dovra' rispondere anche del possesso di armi da fuoco e da taglio e di "lesioni personali gravi" nei confronti di un'altra persona: un uomo di 77 anni intervenuto per cercare di difendere la deputata dall'aggressore e che e' stato a sua volta ferito.
Una deputata collega di Jo Cox aveva aveva avvertito di recente Downing Street sul pericolo di attacchi contro parlamentari, in particolare donne, e sul rischio di "un tragico incidente" in alcuni collegi del regno. Lo rivela il Daily Telegraph, precisando che anche altre deputate avevano manifestato preoccupazioni negli ultimi tempi per la sicurezza inclusa la stessa Cox, uccisa due giorni fa, che ne aveva parlato "ad alcuni amici".
Il presidente americano, Barack Obama, ha avuto una colloquio telefonico con Brendan Cox, il marito di Jo Cox, la parlamentare inglese uccisa. ''Il mondo è migliore grazie a Jo'' afferma Obama, sottolineando che ''non c'e' giustificazione per un crimine così atroce, che ha sottratto alla famiglia, alla comunità e al paese una moglie, una mamma e un funzionario pubblico''.
Gran Bretagna e Europa sotto choc dopo la morte della deputata Labour, Jo Cox, dopo essere stata aggredita per strada di un uomo. L'assassinio è un "attacco alla democrazia", ha detto il segretario del Labour Jeremy Corbyn che si trova a Birstall, dove è avvenuto l'assassinio della parlamentare, da lui definito come "atto mosso dall'odio".
"Dove vediamo l'intolleranza dobbiamo respingerla. Questi sono i valori che Jo Cox rappresentava'', ha detto il premier britannico David Cameron, che ieri aveva commentato la notizia della morte della parlamentare giudicandola "una tragedia".
La regina Elisabetta ha scritto in forma privata una lettera di condoglianze a Brendan Cox, marito di Jo Cox, la deputata laburista uccisa ieri a Birstall, vicino a Leeds. Lo ha annunciato Buckingham Palace.
Media, deputata uccisa aveva ricevuto minacce - La deputata laburista uccisa ieri a Birstall, vicino a Leeds, aveva ricevuto diversi messaggi di minacce negli ultimi tre mesi. Ma nonostante questo, sottolinea il Times, la revisione delle misure di protezione per Jo Cox da parte della polizia era ancora in corso.
Spunta legame fra killer e gruppo suprematista - Spuntano sospetti di un legame fra Tommy Mair, l'uomo arrestato con l'accusa di aver ucciso ieri la deputata britannica laburista Jo Cox, e un gruppo suprematista bianco, visceralmente ostile all'Europa e simpatizzante del vecchio apartheid sudafricano. Ne scrive oggi l'Independent online. Il gruppo in questione si chiama Springbok Club e Mair risulta citato nel database della rivista online che esso pubblica, la Springbok Cyber Newsletter, fin da 10 anni fa.
SANGUE SULLA BREXIT, GRIDA 'BRITAIN FIRST' E UCCIDE LABURISTA
(Alessandro Logroscino)
Si macchia di sangue la campagna referendaria in vista del voto della Gran Bretagna sull'Ue. Jo Cox, deputata emergente del Labour impegnata contro la Brexit e per i diritti dei migranti, è stata aggredita e uccisa selvaggiamente per strada da un uomo che ha infierito su di lei con un coltello e l'ha poi finita senza pietà con tre colpi di pistola. Un gesto di violenza bruta che ferma il circo elettorale, fa saltare il banco delle previsioni e potrebbe determinare il risultato delle urne di qui a una settimana. Lo scempio è avvenuto a Birstall, vicino a Leeds, nello Yorkshire, cuore - talora nero - dell'Inghilterra profonda.
La deputata aveva ricevuto diversi messaggi di minacce negli ultimi tre mesi. Ma nonostante questo, sottolinea il Times, la revisione delle misure di protezione da parte della polizia era ancora in corso.
Secondo un testimone l'agguato è stato annunciato da un grido belluino: niente 'Allah Akhbar' ma un 'patriottico' "Britain first" (la Gran Bretagna prima di tutto) urlato a quanto pare dall'assassino. L'uomo arrestato, Tommy Mair, 52 anni, bianco, è originario di Batley. E' un solitario e viveva appartato.
LA FOTO DEL PRESUNTO KILLER PRESA DAL WEB
Sull'uomo arrestato spuntano ombre: si sospetta un legame con il gruppo suprematista bianco Springbok Club, visceralmente ostile all'Europa e simpatizzante del vecchio apartheid sudafricano. Mair è nel database della rivista online da 10 anni. L'Independent riprende poi dagli Usa la denuncia del Southern Poverty Law Centre, un'associazione per i diritti civili, secondo la quale Mair avrebbe comprato anni fa un manuale sulla fabbricazione di armi da un sito della National Alliance, organizzazione neonazista e suprematista americana. Mair avrebbe pagato 670 dollari. Risulta anche l'acquisto fra il 1998 e il 2003 di volumi sulla realizzazione di esplosivi, bottiglie incendiarie e armamenti vari, con tanto di ricevuta intestata a un indirizzo di Batley: il comune del West Yorkshire in cui il presunto killer risiede e che fa parte del collegio elettorale di Jo Cox.
Il racconto di chi ha assistito alla scena è quello di un agguato. Jo Cox, 42 anni non ancora compiuti, moglie di Brendan, madre di due figli piccoli, ex attivista di Oxfam e beniamina del Labour in prima fila nel sostegno a un'azione internazionale per far finire la guerra in Siria come nella lotta alle nuove schiavitù e per l'apertura dei confini britannici ai profughi (in testa i piccoli siriani), è stata attaccata di fronte alla biblioteca di Birstall, dove secondo la tradizione britannica aveva in programma l'incontro settimanale con gli elettori del suo collegio.
"Una tragedia per il Paese" le ha reso omaggio per primo, da avversario politico, ma alleato sul fronte referendario, il premier conservatore David Cameron. Poi è stata una sequela di messaggi nel mondo: dal leader laburista Jeremy Corbyn a esponenti stranieri. Il partitino Britain First, parafascista - islamofobo, suprematista e visceralmente anti-immigrazione, ha preso le distanze.
L'impatto sul referendum del 23 giugno è tuttavia innegabile. La piattaforma Vote Leave - al cui interno erano state già denunciate infiltrazioni d'estrema destra - è stata la prima a sospendere la campagna, per decisione di Boris Johnson. Poi è stata la volta di Remain. Restano ora da misurare gli effetti esatti dell'accaduto su un panorama politico segnato negli ultimi giorni da un'ascesa apparentemente irresistibile dei 'brexiter' nei sondaggi.
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