Europa

Migranti e lotta al terrorismo oggi al vertice Ue

Gentiloni: "Urgente agire". L'Ue prepara lo 'scudo' anti-Cina

Redazione Ansa

Gli ultimi attacchi a Londra, Parigi e Bruxelles riportano la lotta al terrorismo tra le priorità sul tavolo dei 28 leader Ue, decisi a spingere per un maggiore coinvolgimento dei colossi del web per arginare la propaganda on-line, responsabile conclamata della maggior parte delle 'conversioni' al jihadismo 'made in Europe'. Il tema è stato evocato anche dal premier Paolo Gentiloni, il quale ha pure sollecitato l'Ue a fare di più sul fronte migranti per non lasciare l'Italia da sola. Un tema di cui ha parlato con il presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker, prima di raggiungere la riunione di pre-vertice del Pse, dove l'aspetta un faccia a faccia col leader laburista Jeremy Corbyn, e di recarsi al summit Ue.

La due giorni di lavori a 28, che vede il debutto del presidente francese Emmanuel Macron e del premier irlandese Leo Varadkar, prenderà il via nel pomeriggio, con una discussione sui progressi nelle cooperazioni rafforzate nella difesa. Ben più spinosi si annunciano invece i dibattiti su migrazione, trasloco delle agenzie Ue dal Regno Unito per la Brexit, e lo 'scudo' immaginato da Italia, Francia e Germania per proteggere i settori industriali Ue chiave dalla concorrenza sleale di alcuni prodotti provenienti da Paesi come la Cina. Il dibattito sulla crisi dei migranti - sul quale Juncker e il presidente del Pe Antonio Tajani sono tornati a incalzare i leader europei - è invece stato fissato per domani.

Gli ultimi dati rivelano che già nei primi sei mesi dell'anno c'è stato "un aumento del 26% nel numero di arrivi illegali di migranti prevalentemente economici in Italia" e "1.900 sono morti in mare", evidenzia il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk nella sua lettera ai leader, in cui sollecita maggiori sforzi. Il punto chiave saranno le nuove risorse da destinare al programma di formazione della Guardia Costiera libica per i campi dei migranti in Libia e per far funzionare i programmi di ritorno assistito gestiti dall'Oim e Unhcr.

  "Abbiamo un piano complessivo" per la gestione dei flussi migratori sulla rotta del Mediterraneo centrale "che ha come obiettivo quello di controllare al meglio la frontiera nord della Libia e aiutare attraverso accordi" con i Paesi africani di transito, ad evitare "l'ingresso dei migranti che partono dal Corno d'Africa in Libia. Questa è la nostra strategia", ha detto il ministro degli Esteri Angelino Alfano arrivando alla riunione di pre-vertice del Ppe.

Ma l'Italia chiederà anche di superare l'automatismo secondo il quale tutti i migranti che vengono salvati nel Mediterraneo centrale sono trasportati sulle sue coste, domandando che anche altri Paesi Ue della sponda Nord facciano la loro parte. E farà pressing affinché la Commissione europea studi "soluzioni" ponte per alleviare il carico degli arrivi, come ad esempio un nuovo meccanismo di 'relocation', con maglie più blande per determinare il bacino di richiedenti asilo da trasferire verso altri Stati membri Ue.

 

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