Recep Tayyip Erdogan festeggia l'ennesimo trionfo nelle elezioni anticipate in Turchia. A scrutinio pressoché concluso (98%), il capo dello stato uscente si è detto ormai certo della rielezione, che stavolta gli metterà in mano i larghissimi poteri attributi dal nuovo sistema presidenziale. "Una vittoria della democrazia", l'ha definita, rivendicando il successo in un breve discorso.
"La competizione non è stata equa, ma accetto che (Recep Tayyip Erdogan) ha vinto". Così Muharrem Ince, principale candidato dell'opposizione nel voto presidenziale in Turchia, in un messaggio inviato via WhatsApp in diretta a un giornalista del canale tv Fox. Finora, il suo Chp aveva contestato i dati diffusi dall'agenzia statale Anadolu, che a spoglio pressoché concluso (98,4%) danno a Erdogan il 52,5% dei consensi, e dunque la vittoria al primo turno.
Anche la coalizione che sostiene Erdogan mantiene la maggioranza assoluta in Parlamento, grazie al risultato sopra le attese dei nazionalisti dell'Mhp, veri vincitori di questo voto. Senza di loro, l'esito sarebbe stato rovesciato. Ora, per il Sultano si profila un mandato di cinque anni con poteri quasi assoluti, ma in un Paese sempre spaccato a metà. Per il nuovo esecutivo la priorità sarà l'economia, dopo il crollo della lira turca che negli ultimi due mesi ha perso il 20%. Forte la delusione per l'opposizione.
Dopo il bagno di folla nelle piazze, lo sfidante laico Muharrem Ince non ha tradito nelle urne, superando il 30%: un risultato che il suo Chp non toccava dagli anni Settanta. Ma non è bastato.
Per gli osservatori dell'Osce però "le restrizioni delle libertà fondamentali a cui abbiamo assistito hanno avuto un impatto su queste elezioni. Ci auguriamo che la Turchia elimini queste restrizioni al più presto possibile". Ignacio Sanchez Amor, a capo della missione di osservazione elettorale dell'Osce, ha sottolineato che l'opposizione non ha potuto fare campagna con eguali condizioni rispetto alle forze che sostenevano il presidente Erdogan. L'Osce ha comunque lodato l'alta partecipazione al voto (circa l'87%) come un segnale dell'attaccamento alla democrazia in Turchia.
Congratulazioni per la vittoria sono arrivate a Erdogna dal presidente iraniano Rohani e da quello russo Putin, secondo il quale "i risultati del voto testimoniano pienamente la grande autorità politica di Erdogan, l'ampio sostegno alla strategia adottata sotto la sua guida per risolvere i problemi socio-economici" e "il rafforzamento delle posizioni" della Turchia "in politica estera".
La Commissione europea invece "si augura che sotto la presidenza di Erdogan la Turchia rimanga impegnata con l’Unione europea sui principali temi comuni come le migrazioni, la sicurezza e la stabilità regionale e la lotta contro il terrorismo”.
Leggi l'articolo completo su ANSA.it