L'Eliseo ha nominato Laurent Pietraszewski, deputato di En Marche, nuovo segretario di Stato per le pensioni al posto del dimissionario Jean-Paul Delevoye. Lo riportano i media francesi. Pietraszewski, 53 anni, ha "una solida esperienza professionale nel campo delle relazioni sociali e delle risorse umane", spiegano dall'entourage di stato francese, descrivendo il nuovo membro del governo come "macronista esperto di questioni sociali e del sistema pensionistico". Eletto deputato Lrem del Nord nel 2017 dopo una carriera nelle risorse umane, esperto di pensioni presso l'Assemblea nazionale, Pietraszewski è stato anche relatore in diritto del lavoro nel 2017.
Il giorno dopo la mobilitazione unitaria del sindacato, scioperi contro la riforma delle pensioni al 14/o giorno consecutivo in Francia, a soli 3 giorni dall'inizio dell'esodo per le vacanze di Natale, che si annuncia complicato sul piano dei trasporti. Il primo ministro, Edouard Philippe, che ha ribadito la "determinazione totale" del governo ad andare fino in fondo, riceve questo pomeriggio uno ad uno i leader sindacali. A partire dalle 14 si siederanno al tavolo prima gli autonomi dell'UNSA, poi i "duri" della CGT - che ieri hanno anche rivendicato alcuni sabotaggi di centraline elettriche all'origine di lunghi blackout - quindi la CFTC e la CFDT. Quest'ultima componente, rappresentata da Laurent Berger, è quella riformista sulla quale il governo conta per spezzare il fronte unitario dell'opposizione sindacale alla riforma. Ma Berger si oppone al principio della cosiddetta "età di equilibrio", fissata dal governo a 64 anni, la minima per ottenere la pensione a tasso pieno. Diversi esponenti del governo hanno sottolineato che su questo provvedimento si può trattare, anche se sulla struttura della riforma - abolizione dei regimi speciali e creazione di un sistema universale a punti - non si discute. I sindacati avranno di fronte anche il nuovo "Monsieur Pensioni", nominato la notte scorsa dal presidente Emmanuel Macron: il deputato de La Republique en Marche Laurent Pietraszeweski, che prende il posto dell'alto commissario Jean-Paul Delevoye, che si è dimesso dopo che sono emersi alcuni suoi possibili conflitti di interesse e incarichi non dichiarati. Sul piano dei trasporti, Parigi è nuovamente bloccata da 350 chilometri di code questa mattina, mentre la circolazione del metrò è molto scarsa, con 8 linee su 14 completamente chiuse. I treni regionali funzionano al ritmo di uno su 2 o uno su 3, secondo le linee. Circola in media un treno ad alta velocità su 3 e un regionale su 4.
MARTEDI' DI MOBILITAZIONI
La Francia è tornata in piazza contro il governo e il suo progetto di riforma delle pensioni a una settimana da quello che sembra destinato ad essere un Natale in pieno sciopero dei trasporti. I manifestanti sono stati un po' meno numerosi rispetto alla giornata iniziale del 5 dicembre ma la determinazione ad andare avanti ad ogni costo sembra notevole. Mentre si moltiplicano le operazioni 'blackout', ovvero i sabotaggi delle centraline di distribuzione dell'energia elettrica: lunedì notte a Lione, anche a Parigi. A parte l'impennata della valutazione del sindacato più radicale, la CGT, che parla stasera di 1,8 milioni di manifestanti, la mobilitazione non ha fatto segnare il grande successo che si aspettavano i promotori, che volevano superare quella del 5 dicembre, primo giorno dello sciopero arrivato finora a 13 giorni. Il ministero dell'Interno ha contato 615.000 manifestanti contro gli 806.000 di 13 giorni fa. Per quanto riguarda Parigi, cifre altrettanto distanti: per la CGT 350.000 persone contro le 250.000 del 5 dicembre. La questura conferma l'aumento, ma parla di 76.000 contro 65.000. Tutto si è svolto più o meno nella calma, con qualche tafferuglio alla fine.
La grande novità della giornata è stato il blocco unito dei sindacati, per la prima volta allineati insieme contro il governo: la CFDT, riformista e favorevole al sistema universale a punti, si oppone alla cosiddetta "età d'equilibrio" a 64 anni e - dopo gli annunci del primo ministro Edouard Philippe di una settimana fa - si è unita ai contestatori. Ma il segretario, Laurent Berger è stato evacuato dal corteo dopo appena mezz'ora dalla sua apparizione, ufficialmente per "motivi di sicurezza". L'estenuante braccio di ferro fra il governo e i sindacati sembra avere proprio in Berger una delle possibilità di soluzione, soprattutto per quanto riguarda l'ormai difficile "tregua di Natale": la CFDT è favorevole a sospendere la paralisi del paese per le feste di Natale, consentendo così a tutti di poter andare in vacanza o di raggiungere la famiglia in provincia.
E saranno proprio i suoi iscritti a lavorare nel prossimo week-end di partenze: gran parte degli OUIGO, i treni della SNCF low-cost che sono molto capienti, dovrebbe tornare sui binari, così come una metà dei TGV, l'alta velocità. La direzione delle ferrovie ha promesso che "chiunque sia in possesso di un biglietto prenderà un treno". Magari con posto in piedi o in vagoni sovraffollati, ma la partenza dovrebbe essere garantita.
Intanto si accentua la pressione anche con azioni di forza, come il sabotaggio di cabine elettriche: nell'ultima settimana, incoraggiata dai vertici della CGT, l'azione si è ripetuta, prima nel sud, poi - nella notte tra lunedì e martedì - a Lione e in tutta la regione della Gironda, dove sono rimasti senza elettricità ben 90.000 utenti in piena notte. Al passaggio della manifestazione parigina, un paio di quartieri della capitale - fra i quali il quarto arrondissement - sono piombati nell'oscurità. Non ci sono conferme ufficiali del sabotaggio, come nel caso di Lione, ma i manifestanti - interrogati dai responsabili dei negozi lungo le strade rimaste senza corrente - rivendicavano l'azione.
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