'Dobbiamo contrarci sul contenimento e allo stesso tempo fare ogni cosa possibile per prepararci a una potenziale pandemia'. Lo ha detto Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus, che ha elogiato le misure prese dalla Cina, nei confronti della quale il mondo è debitore, e da Italia e Corea del Sud, che vanno nella giustia direzione. 'Ogni Paese - ha detto - deve fare le sue valutazioni a seconda del proprio contesto. Anche noi lo faremo, monitorando 24 ore la situazione', ha aggiunto, puntualizzando che 'c'e' necessita' di misure cautelative, ma non di paura'. Le azioni adottate da Pechino, come nella città di Wuhan, hanno "probabilmente evitato centinaia di migliaia di altri casi". Bruce Ayilward, a capo della missione dell'Oms in Cina, ha detto in una conferenza stampa trasmessa in streaming, che i Paesi dovrebbero imparare dalla Cina come frenare l'epidemia agendo con rapidità e in modo drastico. A tale scopo, le azioni prese da Italia e Corea del Sud "vanno nella giusta direzione". "Il mondo vi è in debito", ha aggiunto Aylward, parlando della gente di Wuhan. "Non possiamo parlare ancora di pandemia ma solo di epidemia" perché anche se l'allerta è alta non c'è ancora una diffusione del coronavirus su larga scala a livello mondial, ha detto Ghebreyesus, che Quanto alla Cina, il coronavirus ha toccato in Cina il picco tra il 23 gennaio e il 2 febbraio e ha cominciato poi a calare in maniera consistente: i ricercatori dell'Oms "non hanno riscontrato cambiamenti significativi nel Dna del virus", ha notato Ghebreyesus, che però ha sollecitato il mondo a prepararsi a scenari peggiori di fronte all'espandersi globale del contagio.
"Dobbiamo concentrarci sul contenimento e allo stesso tempo fare ogni cosa possibile per prepararci ad una potenziale pandemia", ha ammesso 'Dr Tedros', citando quel termine tenuto a lungo nel cassetto. "Ogni Paese deve fare le sue valutazioni a seconda del proprio contesto. Anche noi lo faremo, monitorando 24 ore la situazione", ha aggiunto, insistendo nel dire che "c'è necessità di misure cautelative, ma non di paura", e che al momento resta ancora "un'epidemia". Quel che allarma però è la diffusione del contagio, che ha trovato seri focolai negli ultimi giorni. "Siamo profondamente preoccupati per l'improvviso aumento dei casi in Italia, Iran e Corea del Sud", ha affermato il numero uno dell' Oms nel briefing quotidiano. "Al momento fuori dalla Cina ci sono 2.074 casi in 28 Paesi e 23 morti".
In Cina, invece, ci sono 77.362 casi e 2.618 morti: il tasso di letalità stimato dall'Oms è "del 2-4% a Wuhan e dello 0,7% fuori Wuhan". Del resto un primo segnale positivo è maturato quando sei province della Cina hanno abbassato il livello di emergenza sul coronavirus, portandolo da 1, il più alto, a 2 o a 3: si tratta di Gansu, Liaoning, Guizhou, Yunnan, Shanxi (un pilastro della produzione di carbone) e Guangdong (la prima per export in Cina). La mossa segue l'invito di domenica del presidente Xi Jinping di un "ritorno ordinato" alle attività lavorative e produttive
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