(ANSAmed) - BELGRADO, 25 MAR - Sale la tensione tra Belgrado
e Pristina a pochi giorni dal voto del tre aprile in Serbia,
negato ai serbi del Kosovo che per votare dovranno recarsi in
quattro località del sud della Serbia. Così ha deciso infatti
ieri sera la commissione elettorale a Belgrado, a fronte della
posizione irremovibile della dirigenza di Pristina, secondo cui
è inammissibile organizzare in Kosovo, Paese sovrano e
indipendente, elezioni di uno Stato straniero quale è la Serbia.
Una Serbia tuttavia che non riconosce l'indipendenza del Kosovo,
considerato ancora parte del proprio territorio.
Proteste finora pacifiche sono in corso nel settore nord
(serbo) di Kosovska Mitrovica e in altre enclavi serbe del
Kosovo, con la popolazione serba che punta il dito in
particolare contro il premier kosovaro Albin Kurti, ritenuto il
principale responsabile del forte deterioramento dei rapporti
con Belgrado. 'Kurti, hai distrutto l'accordo di Bruxelles (del
2013, ndr), hai distrutto tutto', 'Stop al terrore di Kurti',
'Vogliamo i nostri diritti umani', 'I serbi del Kosovo credono
solo al presidente Vucic': questi alcuni degli slogan su
cartelli e striscioni mostrati dai manifestanti. A vegliare sui
raduni la polizia kosovara, che finora non è dovuta intervenire.
Ad accrescere le tensioni, la sospensione ieri, e non la
rimozione è stato precisato, di una giudice serba del Tribunale
di Kosovska Mitrovica, punita con un provvedimento disciplinare
per aver partecipato nei giorni scorsi a un incontro che il
presidente serbo Aleksandar Vucic ha avuto a Belgrado con una
delegazione politica dei serbi del Kosovo. (ANSAmed).
Kosovo: voto negato ai serbi, sale tensione Belgrado-Pristina
Proteste e accuse reciproche. Kurti scrive alla Ue