La procura generale di Parigi ricorre in Cassazione contro il rifiuto all'estradizione dei 10 ex terroristi rossi italiani. Lo annuncia la stessa procura. Nelle motivazioni con le quali la Chambre de l'Instruction ha negato all'Italia l'estradizione di Giorgio Pietrostefani prevalgono, rispetto al diritto all'equo processo citate per gli altri ex terroristi rossi, le "conseguenze di eccezionale gravità" per l'interessato. "In particolare - si legge - per la sua età e per il suo stato di salute".
Legale Pietrostefani: 'Ricorso Parigi dopo spinta politica' - Il ricorso della Procura generale di Parigi contro il rigetto, da parte dei giudici francesi nei giorni scorsi, della richiesta di estradizione per i 10 ex terroristi italiani "era prevedibile e fa pensare che l'abbiano fatto anche perché c'è stata una grande spinta politica". Lo ha spiegato, parlando con l'ANSA, l'avvocato Alessandro Gamberini, legale italiano di Giorgio Pietrostefani, condannato come uno dei mandanti dell'omicidio del commissario Calabresi. La Procura generale parigina, infatti, ha chiarito l'avvocato, "ha un rapporto diretto col potere politico, a differenza delle nostre Procure generali". Il legale ha precisato di non essere comunque in grado di dare una valutazione giuridica del ricorso "perché non l'ho visto, non l'ho letto", dato che della procedura ovviamente si sta occupando un avvocato francese che assiste Pietrostefani. Ad ogni modo, come ha chiarito Gamberini, la Procura generale di Parigi dovrà riuscire "a superare gli stretti paletti" che ci sono per i ricorsi di questo tipo in Cassazione in Francia, dove si può ricorrere solo "per violazioni di legge". Le sentenze de la Chambre de l'Instruction, che hanno respinto le istanze di estradizione, quindi, possono essere oggetto di ricorso solo per violazioni di questo genere. "Era prevedibile il ricorso - ha aggiunto Gamberini - alla luce dell'insistenza politica di questi giorni sul punto (tra cui le parole di Macron, ndr) tanto che è sembrata diventare una questione di solidarietà europea, senza tener conto, però, che in ogni Paese, Francia compresa, vige lo Stato di diritto".
Nelle motivazioni per Pietrostefani richiamo a 'documenti mancanti' - Nelle motivazioni con le quali la Chambre de l'Instruction di Parigi ha accompagnato la sua decisione di negare l'estradizione di Giorgio Pietrostefani in Italia, figura ripetutamente il richiamo a documentazione mancante. "I testi di legge applicabili alla richiesta di estradizione - si legge - non fanno menzione della legge da cui sono tratti, né della data di entrata in vigore di tale legge". "Inoltre - continua il testo dei giudici - le autorità italiane hanno fornito testi tratti dal codice penale del 2002, senza precisazioni sulla loro retroattività, con fatti incriminati che risalgono al 1972 e l'ultima condanna all'11 novembre 1995".
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