(ANSA) - BRUXELLES, 13 OTT - "La regola interna di un'impresa
che vieta di indossare in modo visibile
segni religiosi, filosofici o spirituali non costituisce una
discriminazione
diretta se applicata in maniera generale e indiscriminata". Lo
ha stabilito la Corte di giustizia europea esprimendosi sul caso
di una donna belga di fede musulmana che si era vista negare un
contratto di tirocinio per avere espresso il suo rifiuto di
togliersi il velo per conformarsi alla politica di neutralità
dell'azienda.
Corte Ue, vietare il velo al lavoro non è discriminazione
'Politica aziendale lecita se è applicata a tutti'